Via Bolzano. A dieci persone viene contestato il reato di malversazione
È iniziato tutto nel 2003, con un esposto anonimo che attirò l'attenzione, prima di un ispettore di polizia e poi della procura della Repubblica, sui palazzi di via Bolzano: due condomini costruiti con finanziamenti pubblici e che sarebbero dovuti essere affittati a canone agevolato a dipendenti statali impegnati nella lotta alla criminalità organizzata. Gli appartamenti rimasero invece ai proprietari, molti dei quali sono comparsi ieri di fronte ai giudici della seconda sezione penale per la prima udienza di un processo che li vede accusati di malversazione.
In tutto dieci imputati: Giovanni Olivas e la figlia Ilaria (difesi da Patrizio Rovelli), l'ufficiale dei carabinieri in pensione Enrico Barisone, Paola Chessa, l'avvocato Renata Ferrari, Alberto Perisi, l'ex comandante della Capitaneria Antonio Pagliettini, la segretaria generale del Tar Maria Giuliana Ferrara (tutti clienti del legale Massimiliano Ravenna) e Marina Caletti (assistita da Roberto Nati). Soltanto Maria Luisa Corona, cancelliera del Tribunale civile (tutelata da Andrea Pogliani), dovrà difendersi dall'accusa di truffa.
L'UDIENZA Durante la prima udienza di ieri il pm Emanuele Secci ha interrogato il sostituto commissario della polizia di Stato che portò avanti le indagini sulle palazzine, in tutto 24 appartamenti, sequestrando i documenti di Prefettura e assessorato comunale all'Urbanistica. Era in programma, tra le testimonianze, anche quella del vice prefetto vicario Bruno Corda: l'esame è però slittato alla prossima udienza, in programma per il 27 marzo.
LA VICENDA Il palazzo di via Bolzano era stato costruito con un finanziamento pubblico e gli appartamenti erano destinati a dipendenti impegnati nella lotta alla criminalità organizzata. Un decreto ministeriale successivo poi ampliò il bando ad altre categorie. Gli acquirenti avevano firmato una convenzione in base alla quale avrebbero dovuto affittare l'appartamento per 16 anni alle persone inserite nella graduatoria, ma siccome non vennero presentate richieste a sufficienza, furono poi individuati anche altri dipendenti pubblici. Dopo aver aspettato per quattro anni, durante i quali avevano perso i soldi del canone di locazione, i proprietari decisero dunque di occupare gli appartamenti ritenendo a quel punto decaduto il vincolo. ( m. r. )
07/02/2009