Presentato a Cagliari (col sindaco Zedda come spalla)
il suo primo romanzo “La ballata delle acciughe”
L e acciughe sono quelle sott'olio sistemate sul bancone del bar Pavone di La Spezia. Un luogo-simbolo, oggi chiuso, della città di Dario Vergassola. Ma anche un dettaglio importante nella storia raccontata dal comico ligure nel suo primo romanzo, “La ballata delle acciughe” (Mondadori). Un libro divertente, per alcuni aspetti nostalgico, ambientato nella provincia ligure. «Un romanzuccio scritto in buona fede che rappresenta la provincia di tutto il mondo. Il bar è un microcosmo dove si riflettono pregi e difetti dell'umanità», esordisce il comico, durante la presentazione ieri al Search di Cagliari. La serata, organizzata dall'associazione culturale “Scrittori a piede Liberos” scivola per due ore tra sberleffi privati e satira pungente.
La sala del Search è strapiena, a fare da spalla “comica” in un'inedita veste è il sindaco Massimo Zedda. «Questo è il primo libro che leggo, ed è anche il tuo primo romanzo», dice, rivolgendo lo sguardo verso il comico genovese. «La prima volta non si scorda mai», aggiunge. «Questa l'ho già sentita», ribatte Vergassola, «ma me l'aveva detto una donna».
Si parte nel segno dell'ironia, «vent'anni di Berlusconismo hanno prodotto anche uno come me, sono riuscito anch'io a scrivere un romanzo», ma l'approdo è più serio. «Questo è un libro visionario, dove le acciughe parlano, gli ufo raccontano storie, ma è anche autobiografico. C'è tutta la mia adolescenza», spiega il comico genovese.
Ritmi velocissimi, Vergassola è una macchina che tritura tutto, concetti, parole, idee. Il sindaco è uno sparring perfetto. «È un libro facile da leggere, però diversamente da quanto si possa pensare non è un romanzo comico. Arrivato a pagina 50 mi sono domandato, quando si ride?».
C'è tanto ne “La ballata delle acciughe”. C'è Matilde, «una donna che dice di essere di sinistra perché una volta ha votato per Craxi», c'è un viaggio a Woodstock, e ci sono i fratelli Chiappa. «Sono tre omoni, buoni, che giocano tutto il giorno a biliardo al bar Pavone. Un giorno vendicano la loro amica Giulia, che si ribella alla violenza del marito». Tocca al sindaco leggere quel passaggio che racconta la vendetta. Il tono si fa serio. È una sorpresa, così come tutto il romanzo.
Mauro Madeddu