Da giovedì in scena al Conservatorio di Cagliari
“Costruiamo una città”, opera-gioco di Hindemith
per i piccoli artisti del coro delle voci bianche
I l municipio, la chiesa, la scuola, la banca, la polizia. E poi il dentista, il fabbro, il fornaio... Un piccolo mondo semplice, raccontato da una scenografia di palazzi di cartone e ragazzini in movimento. Un ambiente a misura di uomo, anzi, di bambino. “Costruiamo una città” è l'opera-gioco di Paul Hindemith (su libretto di Robert Seitz) che andò in scena a Berlino nel giugno del 1930, e negli anni è diventata punto di riferimento importante per chi mette la musica al servizio della didattica. È il mondo salvato dai ragazzini, quello raccontato dal coro delle voci bianche del Conservatorio di Cagliari, diretto da Enrico Di Maira.
A gennaio, per la Giornata della memoria, diede vita a “Brundibar”, l'operina di Hans Krása, ebreo ceco morto ad Auschwitz, che dall'orrore del lager di Terezin invita alla ribellione contro la prepotenza. Adesso propone un “percorso aperto per coro, orchestra pubblico e parole” che racconta, attraverso ingenue filastrocche, l'intenzione di costruire un mondo migliore. Ed eccoli allora, i protagonisti di questo spettacolo (voluto dal direttore del Conservatorio Elisabetta Porrà e sposato dal neo presidente Gianluca Floris) che per tre mattine, da giovedì, avrà oltre duemila spettatori di venti istituti cittadini: 1750 alunni delle scuole primarie della città, 300 delle medie-superiori e 150 accompagnatori.
Maestro concertatore e direttore dell'orchestra (composta stavolta da 15 elementi) è Pio Salotto. Scene e costumi sono di Salvatore Aresu, che ha realizzato le prime con la media Manno, i secondi con la quinta A del Pertini. Assistente di Di Maira è Francesco Marceddu. Prodotto con La Fabbrica Illuminata e la Scuola di didattica della Musica, “Costruiamo una città” si avvale della regia di Marco Parodi, (fondatore della Fabbrica) che una trentina di anni fa, ai tempi di Nino Bonavolontà e Gian Piero Cartocci, propose questo stesso lavoro all'Auditorium. Il progetto attuale è riveduto e corretto: un cantiere sempre aperto, come suggerisce Hindemith. Tre mesi di prove, per il regista genovese, che si dice entusiasta di questi 35 ragazzini. In scena, con loro, anche tre adulti, allievi del Triennio di Didattica, che – spiega Alessandra Seggi - animeranno le diverse azioni e coordineranno gli interventi tra palco e platea. Wir bauen eine Stadt. E chissà che questa città non sia migliore di quelle in cui viviamo.
Maria Paola Masala