Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nelle zone di San Benedetto e Cep si pagano i prezzi più elevati

Fonte: L'Unione Sarda
9 febbraio 2009

I rivenditori. Un settore in crisi: i bombolai sono sempre meno



In città i prezzi delle bombole variano da quartiere a quartiere e la competizione tra i venditori è accanita. L'obiettivo dei bombolai è conservare i clienti dopo la crisi che ha investito il settore.
VILLANOVA «Dieci anni fa», ricorda Renato Pisano, bombolaio di via San Giovanni, «eravamo in 140. Oggi siamo una trentina. La crisi è dovuta ai prezzi alti e alla diffusione del gas di città, ma anche ad altri fattori. A Villanova c'è stato un crollo dell'acquisto in negozio perché i clienti temono la ztl e non entrano più nel rione. Il servizio a domicilio invece ha tenuto, ma i guadagni sono magri perché la nostra percentuale è scesa dal 25 al 10 per cento». A Villanova una bombola da 10 chili costa 21,50 euro mentre una da 15 viene 31,50 euro. Con la consegna a domicilio 2,50 euro in più.
FONSARDA Alla Fonsarda il prezzo è lo stesso. «Il Gpl continua ad aumentare», rivela Giuseppina Bolognesi, via Giudice Mariano, «ma noi cerchiamo di mantenere il prezzo invariato per non perdere i clienti. Il lavoro è diminuito e dobbiamo approfittare dell'inverno perché a marzo il giro d'affari crolla. Gli acquirenti sono per lo più pensionati che a casa hanno la stufa a gas».
SAN BENEDETTO E CEP A San Benedetto (via Goldoni) la bombola costa di più: 32 euro in negozio e 36,50 a domicilio da 15 chili; 21,50 e 24,50 quella da 10. Prezzi alti anche al Cep dove si arriva a 33,50 euro per la bombola da 15 presa in negozio (35 a domicilio) e 22,50 euro per quella da 10 (25 a domicilio). «Certi clienti mi dicono che sono un ladro», si sfoga Carlo Milia dal punto vendita di via Flavio Gioia, «ma se non facessi questi prezzi non riuscirei a campare. Devo guardarmi intorno per vedere quanto fanno gli altri e sono ridotto a concordare il prezzo coi clienti. Se prima la bombola si comprava nel quartiere di residenza, oggi c'è chi gira mezza città in cerca del prezzo più basso. Il problema è che non ci sono regole». Si è persa anche la professionalità. «Prima il bombolaio arrivava a casa in poco tempo e controllava bene l'impianto; oggi c'è chi lancia la bombola nel pianerottolo e va via». Al Cep quasi tutte le utenze sono state collegate alla rete del gas. Il risultato? «Ho perso il 60 per cento dei guadagni», si sfoga Milia, «senza contare gli effetti della crisi. Una famiglia acquistava in media quattro bombole ogni 40 giorni; oggi ne compra una sola ogni 30 giorni. Per risparmiare si tiene spento il riscaldamento, anche a costo di patire il freddo».
PAOLO LOCHE

08/02/2009