COMMERCIO. Nelle strade dello shopping cittadino non si registra alcun segnale di ripresa
Ogni ingresso, è un benvenuto carico di speranza. Destinata a spegnersi in pochi minuti: dopo aver osservato, tastato e magari anche misurato il golfino, la cliente saluta con un classico «magari ripasso». È un copione che si ripete quasi identico in molti negozi del centro, in questi primi mesi di autunno estivo. Cambiano l'oggetto del desiderio e la scorciatoia di commiato. Il finale no: poche persone, incassi magri, sufficienti appena per andare in pareggio a fine mese.
Nell'asse dello shopping cittadino, i commercianti citano molti colpevoli, oltre all'onnipresente crisi: il freddo che non vuole arrivare, la concorrenza di centri commerciali e shopping on line, i cantieri aperti e pochi parcheggi. E la morsa del fast fashion, che coniuga capi trendy, qualità media e prezzo pure.
Escludendo la resa, la soluzione è una sola: ingegnarsi, per invogliare i clienti affezionati e attirarne di nuovi. La vendita promozionale, 20 o 30% di sconto, va per la maggiore in via Manno: si contano più vetrine con cartello, che senza. Eppure sembra non bastare. «Non possiamo competere con il potere della comunicazione dei grossi marchi», osserva Giorgia Sanna, titolare di uno storico negozio di abbigliamento casual maschile e femminile, «ma abbiamo iniziato a raccogliere i dati dei clienti per l'invio di newsletter e sms promozionali». Accanto alla cassa c'è un ventaglio di gift card, carte prepagate per chi vuole andare a colpo sicuro. Una delle idee studiate per giocare d'anticipo sul Natale. «Per incentivare l'acquisto, proponiamo l'eventuale cambio del capo acquistato dopo le Feste», spiega Elisa, responsabile del punto vendita di una nota catena internazionale, «abbiamo sperimentato questa strategia l'anno scorso ed è andata bene».
Una voce fuori dal coro si leva da via Dante. «Preferiamo non fare promozioni generali, piuttosto uno sconto su un capo dell'anno scorso o fuori produzione», dice Antonello Ciabatti dalla sua merceria centenaria, «crediamo, e speriamo, che alla fine la qualità e il servizio ripaghino dei sacrifici».
Clara Mulas