Una fama da bullo di periferia: sarebbe così violento da mandare all'ospedale una maestra. Fa così paura che è partita una vera e propria mobilitazione per tenerlo alla larga dai compagnetti. Il protagonista di questa storia ai confini della realtà è alto sì e no un metro: ha cinque anni. La scuola (di Cagliari) non sembra in grado di occuparsi di lui, più facile farlo finire al centro di una vicenda inquietante: è nato nel 2009 e riesce già a terrorizzare gli insegnanti e soprattutto i genitori, che in molti casi hanno deciso di non mandare i figli all'asilo.
Qualche giorno fa ad avere la peggio è stata una maestra: mentre cercava di gestire un momento di crisi del piccolo, avrebbe ricevuto un colpo alla mascella. All'asilo è arrivata un'ambulanza del 118 per soccorrerla e la docente non è ancora rientrata in servizio dopo l'incidente.
La situazione è molto delicata e i genitori degli scolaretti stanno facendo pressioni sul preside perché prenda provvedimenti, tanto per aiutare il piccolo esuberante quanto per proteggere gli altri bimbi. «Abbiamo paura di mandare i bambini in classe perché ogni giorno c'è il rischio che qualcuno si faccia male sul serio», racconta un genitore, «Morsi e colpi sono episodi quotidiani da parte di un bambino di cinque anni che quasi tutti i giorni ha comportamenti violenti che sfoga spesso verso i più piccoli. Gli insegnanti da soli non sono in grado di affrontare la questione e occuparsi a dovere del resto della classe, serve un intervento urgente».
La scuola non sarebbe ancora intervenuta e cresce la preoccupazione per un disagio sui non è ancora stata fatta chiarezza. «Il preside ci ha detto di non poter prendere alcun provvedimento nei confronti di un bambino così piccolo», aggiunge il padre di un compagno, «in realtà ci sono stati diversi casi analoghi nel resto d'Italia ed è prevista la possibilità di chiedere al Comune un supporto straordinario con una persona che lo segua costantemente. Non vogliamo colpevolizzare un bambino di quest'età, ma non possiamo restare tutti ad aspettare che succeda qualcosa di più grave».
Le trattative con il preside vanno avanti ma ancora non è stata trovata alcuna soluzione e stasera ci sarà una riunione tra dirigente, docenti e genitori. «Stiamo valutando l'ipotesi di presentare una denuncia preventiva, in modo da stimolare la scuola a chiedere assistenza», incalza il genitore. Secondo padri e madri dei compagni il piccolo potrebbe avere problemi neurologici oppure convivere con tensioni da adulto nel contesto in cui vive, non sarebbe stata fatta una diagnosi e questo non permetterebbe alla scuola di regolarsi. «Ma non possiamo aspettare i tempi della burocrazia, abbiamo paura di mandare i bambini a scuola», ribadisce una madre.
Una situazione analoga sta capitando in una scuola elementare con un bambino di quinta che sta creando scompiglio tra i compagni e le tensioni sono sfociate anche tra i grandi, ma in questo caso al centro dell'attenzione è finito un bambino di soli cinque anni. Non può comprendere quello che sta succedendo intorno a lui, di sicuro c'è da andare a fondo con i servizi sociali sulla sua situazione scolastica e su quella familiare.
«Abbiamo chiesto una maggiore collaborazione da parte dei suoi genitori», spiega una madre, «magari tenendolo in classe per un tempo inferiore riesce a stare meglio con i compagni e si evitano i momenti di tensione». Un altro genitore propone la soluzione drastica dell'allontanamento: «In altri casi ha funzionato, un periodo di pausa permetterebbe agli altri bambini di dimenticare e il rapporto poi si normalizzerebbe e nel frattempo il bimbo potrebbe essere seguito dalla Asl e dai servizi sociali».
Marcello Zasso