Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Nostro figlio non è cattivo»

Fonte: L'Unione Sarda
28 novembre 2014


Il padre: il preside ci aiuti a trovare un'altra scuola

 

A casa del bimbo isolato dalla classe



Il nemico pubblico numero uno, quello che l'altro giorno è rimasto solo in classe perché i genitori dei suoi compagni si rifiutano di farli entrare a scuola finché c'è lui, è uno scricciolo in tuta da ginnastica. Accoccolato sul divano accanto alla mamma, dimostra meno dei suoi dieci anni. Occhi curiosi e furbetti, ascolta gli adulti raccontare la sua storia.
«Mercoledì me lo sono portato a casa perché ho avuto paura», sta dicendo sua madre. Il tono della voce è alto: «Quando siamo arrivati le altre mamme erano tutte lì. Hanno cominciato a indicarlo e dire : è lui . Come una bestia feroce. Poi hanno attaccato con la solita storia: se suo figlio tocca mia figlia gli taglio le mani . Un'altra: lo sbatto al muro . Un'altra: lo appendo al lampadario ».
Il padre ha occhiaie profonde e un filo di voce: «Togliti quel coso di bocca». Il bambino lo guarda con un sorrisetto di sfida e rigira fra i denti con ostentazione un animaletto di plastica. «Smettila», sospira l'uomo. Sorrisetto, boccaccia. Il padre scuote la testa. «Non è cattivo come dicono», giura la donna: «È che in classe lo provocano, lo prendono in giro. Non è vero che fa volare le sedie. Il coltellino l'aveva trovato sotto casa e l'ha portato a scuola ma non ha minacciato nessuno. Perché dovrei credere a quello che dicono gli adulti e non a lui? Gli psicologi l'hanno visitato: è tutto a posto. Certo bisogna saperlo prendere».
«Per punirlo - racconta il padre - l'ho anche ritirato dalla scuola calcio. Ma forse - la voce trema - ho solo peggiorato le cose», e si asciuga una lacrima. Lo scricciolo si infila sotto la trapunta che fa da copridivano.
«Con la dolcezza si ottiene tutto», riprende la madre. I compiti? «Non li fa. Non ne ha mai voglia». L'unico che riesce a convincerlo, a volte, è l'educatore che, insieme a un'assistente sociale, aiuta la famiglia per conto del Comune. A scuola, secondo la donna, sbagliano approccio. «La maestra una volta gli ha detto: ti attacco al muro . Ha fatto bene a risponderle: la attacco io a lei, al muro». Col direttore scolastico, mercoledì è finita male: «Gli ho detto che è un pezzo di m...» Il bambino si tappa le orecchie. «Poi mi sono scusata».
Due settimane fa, in un'assemblea convocata perché gli altri genitori erano stanchi delle intemperanze del bambino, aveva dichiarato che avrebbe cercato un'altra scuola. «Non ne potevo più. Quando ho portato via mio figlio hanno vinto le altre mamme, non la verità. Vogliamo che il bambino torni nel suo istituto. È lì dalla prima. Ma finché la situazione non cambia, non ce lo riporto». Trovarne un'altra, di scuola, non è facile. «Ho fatto il giro del quartiere: nessuna è disponibile a prenderlo. Non c'è posto per lui. Ma lui ha diritto di andare a scuola». L'assistente sociale ha trovato un posto in un istituto, ma dall'altra parte della città. «Ho la macchina malandata», si lamenta l'uomo: «Come lo accompagno fin laggiù? Speravo che una scuola ce la indicasse il preside».
Marco Noce


Vicenda incredibile

Terzo giorno
a casa,
lontano
dai compagni

Martedì in un'aula, solo soletto e con i compagnetti tenuti a casa dai genitori proprio per la sua presenza. Poi due giorni senza andare a scuola. Il bambino di dieci anni problematico con una difficilissima situazione familiare, è la principale vittima di una vicenda incredibile. Gli operatori sociali sono preoccupati.
Chi segue la famiglia del bambino avrebbe voluto che il piccolo continuasse a frequentare la scuola che lo ha visto crescere in questi quattro anni e tre mesi.
Se proprio fosse stato necessario un trasferimento, è la tesi degli operatori sociali, sarebbe stato necessario che scuola e servizi sociali ne concordassero le modalità, senza fretta.
Un confronto costruttivo per studiare un progetto con al centro il bambino. Questo non è avvenuto per la chiusura totale a un dialogo da parte del dirigente della scuola elementare.
Ora il bambino rischia di non frequentare le lezioni nemmeno oggi. (m. v.)