Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Diamo l'edificio ai privati»

Fonte: L'Unione Sarda
26 novembre 2014


IL FUTURO DI BUONCAMMINO. L'idea di Pasquale Mistretta sulla nuova destinazione

 

L'ex Rettore: giù il muro per aprire il carcere alla città

 


Ha un'idea chiara, l'ex Magnifico Rettore Pasquale Mistretta, sul futuro di Buoncammino, così come sulla destinazione degli altri monumenti dismessi in città o in procinto di esserlo. Per questo vorrebbe tenersi fuori dal coro dei tanti “liberi pensatori” che in queste ore, in queste settimane, hanno riscaldato le proprie meningi per dare un progetto al carcere che non c'è più. Da urbanista, rifiuta lo spezzettamento  del pensiero. Il futuro di Cagliari - come lo intende Mistretta - non può essere visto e affrontato a compartimenti stagni, inseguendo soluzioni piccole per altrettanto piccole tessere del mosaico-città. La Casa circondariale, il Palazzo delle Scienze, la Clinica Macciotta e il San Giovanni di Dio vanno concepiti come monumenti-vissuti da restituire alla città grazie a un piano globale. Quarantotto ore dopo la serrata storica avvenuta a 159 anni dall'inaugurazione, Cagliari rinuncia al carcere e si interroga. Ha iniziato a farlo, in effetti, già da parecchi mesi.
Professore, un sogno su Buoncammino ce l'ha?
«Il carcere, da solo, non ha senso. Potrei dire tutto e il contrario di tutto. Un museo? Uffici? Se la città di Cagliari non fa scelte ponderate sulla dimensione metropolitana e sul ruolo che deve giocare sul territorio regionale e non solo nell'area vasta, è inutile soffermarsi sui singoli storici palazzi. Buoncammino, la clinica Macciotta, il Palazzo delle Scienze, il San Giovanni, gli edifici militari».
Quando si candidò a sindaco di Cagliari un'idea su Buoncammino però la espresse: parlò di hotel extralusso.
«Non lo ricordo. Non ho comunque cambiato idea sulla necessità di avere una visione globale prima di fare inutili scelte parziali. Chi dovrà decidere deve avere le idee chiare, anche sui costi per la riconversione. È un passo preliminare obbligato. Bisogna sapere se possa essere trasformato, quanti e quali vincoli esistano. L'urbanistica è anche la politica dei vincoli».
Su Buoncammino ce ne sono parecchi. È una struttura che non sarà semplice riadattare.
«Appunto. Pensi poi quanti soldi servirebbero. Bisogna avviare un confronto tra la pubblica amministrazione, il ministero, gli enti di tutela. Che non si parli però di tavolo tecnico, se no ne vedremo delle belle».
Pessimista?
«Forse. Il sindaco Zedda deve immediatamente promuovere un incontro, ripeto, non un tavolo tecnico, e si valutino le proposte, quelle concrete, non le idee impossibili. A quel punto anche il carcere avrà futuro».
Detto così sembra facile.
«Il problema grosso di Cagliari è recuperare abitanti, residenti giovani. Questo deve fare il Comune, mettere in pratica una politica per giovani famiglie e per gli anziani costretti anni fa ad andar via. Perché non usare parte di questo grande patrimonio e pensare anche a residenze pilotate? Non dimentichiamoci che Cagliari sta diventando multietnica, forse bisognerà pensare anche a spazi per una moschea. Le altre ipotesi, a cominciare dagli uffici per la pubblica amministrazione sono fumo negli occhi».
Ma lei un sogno nascosto su Buoncammino ce l'ha o no?
Più che un sogno una convinzione: cederlo a un privato capace e lungimirante che agisca senza i vincoli mentali della politica. Intanto si demolisca subito il muro di cinta, almeno la parte che dà sul viale, per aprire il fabbricato alla città. Se no acabat unu logu de merdonas e pretas .
Quando pensa che potrà veder la luce il grande progetto?
«Dieci, quindici anni? Magari io non ci sarò più ma dall'aldilà potrò dire: una cosa dd'ant fatta ».
Andrea Piras


L'urbanista che ha guidato l'Università

 


Per diciotto, lunghi anni, ha guidato l'azienda Università e prima ancora, da ingegnere urbanista, ha scritto i piani regolatori di numerosi Comuni dell'Isola.
Oggi l'ottantaduenne Pasquale Mistretta, che tanti chiamano ancora “il Magnifico Rettore” in segno di rispetto e d'affetto, si gode la pensione (raggiunta nel 2009) e la lettura. Saggi, in primo luogo. Una passione che non ammette tregua. Come per la scrittura. Uomo di sinistra, socialista convinto, non ha mai abbandonato il suo ideale, dimostrando in più riprese di essere capace di ascoltare e magari votare le proposte dei suoi avversari politici.
Ha un rammarico, Mistretta: non essere riuscito a diventare un vero capo di governo. Un sindaco, insomma, il sindaco della sua città che sottolinea nella parlata cadenzata.
Sfidò Emilio Floris e perse, tradito da quella periferia urbana più vicina alla sinistra ma che in quegli anni, agli inizi del Duemila, si fece ammaliare da Berlusconi. (a. pi.)