La scoperta. È di grossa taglia, forse una bestia morta durante l'alluvione di ottobre
Giagoni: il Comune deve intervenire solo da maggio asettembre ma ci penseremo noi
Una carcassa, forse di un daino o un cervo, o un asino, abbandonata in mezzo alla sabbia, a metà strada tra i chioschi della quarta fermata e il bagnasciuga. Al Poetto non ci sono solo le canne trasportate dalle mareggiate dopo la violenta alluvione di fine ottobre, adesso spuntano fuori anche i resti degli animali che sono stati uccisi, questa l'ipotesi più probabile, dalla forza delle acque che si è sprigionata nei giorni più neri per Capoterra e non solo.
SULL'ARENILE della spiaggia dei Centomila era arrivato di tutto: foto icordo strappate alle case inondate, ma anche scaldabagni, frigoriferi, mobili. E, stando alla scoperta fatta ieri, anche i corpi di animali. «Noi siamo intervenuti per portare via i materiali più grossi», spiega l'assessore ai Servizi tecnologici del Comune Gianni Giagoni, «ma continuano a spuntare resti di quei tragici giorni». Come sembra essere la carcassa, trascinata da chissà dove. Una pulizia regolare, anche se quello che sembra un daino, o anche un asino (la decomposizione lo rende irriconoscibile) fosse stato portato lì da qualcuno, avrebbe evitato la scoperta. Ma un intervento costante non è possibile: «Il Comune», spiega ancora Giagoni, «deve provvedere alla pulizia da maggio a settembre». Poi anche l'azione straordinaria della De Vizia deve sottostare a rigide normative che impediscono il transito sulla sabbia dei mezzi speciali. E le canne, e non solo quelle, rimangono a mucchi che lentamente si stanno sfaldando. Dove gli enti non possono arriva la putrefazione naturale, che ha funzionato per l'animale ma niente può contro la plastica portata dalle onde. «Comunque», conclude l'assessore, «domani (oggi) interverremo per rimuovere l'animale che ci è stato segnalato, qui si tratta di un problema igienico».