Il sindaco deve rispondere pure della revoca di Giorgio Baggiani, componente del cda
Abuso d'ufficio per la nomina di Crivellenti a sovrintendente
Cinque ore di udienza per ascoltare le conclusioni del pm e degli avvocati, ritirarsi in camera di consiglio, tornare in aula e stabilire che, «non essendoci al momento elementi per disporre il non luogo a procedere», debba essere un dibattimento pubblico a valutare se l'imputato sia responsabile del reato contestatogli dalla Procura. Così alle 15,18 di ieri il giudice per le udienze preliminari Roberto Cau ha rinviato a giudizio il sindaco Massimo Zedda per un doppio abuso d'ufficio legato alla gestione del Teatro Lirico: la nomina a sovrintendente di Marcella Crivellenti (carica dichiarata illegittima dal Tar un anno fa) e la revoca di Giorgio Baggiani dal consiglio d'amministrazione dell'ente (decisione a sua volta cancellata dal Tribunale amministrativo). Si comincia il 27 marzo davanti ai giudici della prima sezione penale.
Subito dopo il pronunciamento, Zedda si è infilato in un ascensore in compagnia degli avvocati Carlo Federico Grosso, Giuseppe Macciotta e Fabio Pili senza rilasciare alcun commento. All'inizio dell'udienza si era dilungato in una dichiarazione spontanea durante la quale aveva insistito sulla regolarità del suo operato, sottolineando di aver cercato «una persona coi giusti requisiti» per guidare il Teatro e di averla trovata in Crivellenti. Scelta all'origine della contestazione del pubblico ministero Giangiacomo Pilia il quale, nel formulare le accuse, era partito dalla manifestazione di interesse che il sindaco aveva bandito per scegliere il futuro sovrintendente tra una vasta rosa di professionalità. In Municipio erano arrivate 44 proposte ma, alla fine, neanche una era stata presa in considerazione. Il primo cittadino di sua iniziativa aveva indicato Crivellenti, ex addetta alla biglietteria. «Persona di mia fiducia», aveva spiegato, «capace di tenere sotto controllo i conti».
Gli inquirenti però avevano ritenuto che la decisione avesse «procurato intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale» alla manager barese che «non aveva partecipato al bando» e neanche «aveva presentato alcun curriculum nei termini indicati». Quanto a Baggiani, sostituito da Zedda nel 2012, il sindaco avrebbe «intenzionalmente provocato un danno ingiusto al consigliere escluso omettendo ripetutamente di dare corso al suo insediamento, non provvedendo alla verifica della regolarità della sua nomina e infine mandandolo via». Baggiani si è costituito parte civile con l'avvocato Rosalia Bizzarro. Se ne riparlerà a marzo.
Andrea Manunza