Per cinque mesi hanno peregrinato tra piscine private, spiagge, campi di atletica. Qualsiasi cosa, pur di muoversi, pur di non perdere i progressi fatti durante anni di allenamento, pur di non darla vinta alla burocrazia che da giugno li ha privati della piscina di Terramaini. Ieri all'alba, l'impianto intitolato a Giambattista Sicbaldi, è stato riaperto al pubblico. Una vittoria, per i tanti utenti diversamente abili. «Finalmente si ricomincia», commenta sollevata Irene Masala, «in questo periodo ho dovuto rinunciare agli allenamenti, fondamentali per la mia salute».
Altri hanno cercato soluzioni tampone. «Mare aperto, canoa, ginnastica», elenca Luciano Lisci, presidente della Saspo, tra le società più dinamiche nell'attività per sportivi colpiti da disabilità fisiche e intellettive. «Abbiamo provato di tutto, per non privare i nostri ragazzi del movimento necessario». Anche il nuoto in altre strutture, bocciato per i costi troppi alti e inadeguatezze strutturali. «A Terramaini è presente un'indispensabile vasca fisioterapica», ricorda Lisci, «ma in quella principale manca l'elevatore per consentire l'ingresso e l'uscita dall'acqua degli utenti affetti da disabilità grave». Mentre attendono che si avveri la promessa di acquisto fatta dal Comune, per loro continua la trasferta forzata in via dello Sport.
Clara Mulas