Alla fine di ottobre il Comune di Cagliari ha stipulato una convenzione per la gestione e lo smaltimento dell'olio esausto. Ai cittadini vengono offerti contenitori specifici, collocati nelle vicinanze di aree di vendita come supermercati e nei mercati civici di San Benedetto, Is Mirrionis (via Quirra), Pirri Is Bingias, Sant'Elia (via Carta Raspi). In questi "cubi" a tenuta stagna, potrà essere conferito lo scarto residuali di fritture con oli vegetali o grassi animali, da conserve o da altri usi alimentari. Saranno raccolti sia i prodotti delle cucine domestiche sia quelli di altra provenienza, purché assimilabili per quantità e qualità (dunque non smaltimenti di grandi aziende ma quantitativi derivati dall'attività di bar, negozi, piccola ristorazione).
Chiuso in bottiglie di plastica con tappo efficiente, l'olio depositato nel punto di raccolta sarà poi trattato per prendere parte a un nuovo ciclo produttivo. Il percorso dell'olio così recuperato finirà in diversi tipi di riciclo. La trasformazione in materia prima consente infatti di ottenere lubrificanti vegetali per macchine agricole, etere metilico per biodiesel, glicerina per saponificazione, grassi per l'industria, distaccanti per l'edilizia e sostanze combustibili. Ma ancora più rilevante è l'aspetto di tutela dell'ambiente che si realizza con il giusto processo di smaltimento. Gli scarti oleosi sono altamente dannosi per l'acqua degli ecosistemi: a causa del velo formato sulla superficie non avviene lo scambio dell'ossigeno necessario alla vita dei pesci e della flora acquatica. Penetrando nelle falde acquifere profonde può rendere il liquido non potabile. Nei collettori fognari, quando si miscela ad altri materiali, provoca ostruzioni che possono causare intasamenti pericolosi in caso di grandi piogge. E un analogo effetto ricade sui depuratori, aggrediti fino a impedire il normale funzionamento.