UTA. Servizi e celle confortevoli ma c'è polemica
C'è il carcere. E, più in là, un agriturismo. Nient'altro. Se a Cagliari sembra estate, qui tira un vento dispettoso. E fresco. Eppure le zanzare attaccano con ferocia. Inutile negarlo, lo scenario non è invitante, anche i ciclisti aumentano la velocità per evitarlo. Eppure la prigione, se così si può dire, è di ottima qualità. «Una cattedrale nel deserto», dice un agente impegnato nei blocchi lungo il tragitto. E certo, quanto a posizione, non può essere apprezzato dai familiari dei detenuti. Quanto a servizi, invece, sembra il giusto sostituto del carcere di Buoncammino, pentola di roventi polemiche per il sovraffollamento. È il frutto di “una nuova concezione detentiva in linea con la recente normativa europea”, assicura il ministero della Giustizia. Addirittura un fiore all'occhiello del sistema penitenziario, messo su in otto anni di lavori. Quel che più conta, ogni cella sarà occupata da non più di due detenuti.
Davanti al cancello si apre un largo spiazzo: non mancano i parcheggi. Il vero ingresso è nascosto. A metà mattina, nel cortile, si vedono già le casacche dei “lavoranti” appena arrivati. A sinistra la sede della direzione, al fianco gli alloggi degli agenti, poi il verde e il grigio della costruzione principale. Si intravede anche il rosa della sezione donne. Sullo sfondo, le montagne. Mentre i pullman sbarcano i detenuti, si capisce che la tensione si trasferendo da un carcere all'altro. Giornata dura per tutti, ma comincia un'altra storia. Con le polemiche di ieri. (r.c.)