Mobilitati 500 agenti e due elicotteri
Alle 14,03, a sette ore esatte dall'inizio delle operazioni, l'ultimo drappello di detenuti lascia Buoncammino, sale sul pullman della Polizia penitenziaria che si avvia verso piazza Yenne, prima tappa del viaggio verso Uta. Il pesante cancello si chiude. Oltre le mura, per la prima volta dopo 150 anni, le celle del vecchio carcere in cima a Castello, nel cuore antico di Cagliari, sono completamente vuote, avvolte da un silenzio irreale.
LE FORZE IN CAMPO Una macchina perfetta che ha marciato senza sbavature, rispettando i tempi previsti al minuto, nonostante le enormi forze messe in campo: 500 uomini, due elicotteri e decine e decine di mezzi. Ecco cos'è stata l'imponente operazione di trasferimento e di scorta dei 334 reclusi da ieri ospitati nel nuovo penitenziario di Uta, preparata con meticolosa attenzione dalla Questura e dalla Prefettura di Cagliari insieme al Dap regionale. «Tutto è filato liscio, siamo soddisfattissimi», il commento del questore Filippo Dispenza, responsabile del sistema di sicurezza che ha visto impegnati sin dalla notte oltre 200 uomini della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Finanza, con il supporto dei Vigili urbani di Cagliari e della Polizia stradale. Del trasferimento vero e proprio si è invece occupata la Polizia Penitenziaria: in tutto 300 agenti specializzati più 30 mezzi, in parte arrivati da Oristano, Sassari, Nuoro, Is Arenas, Isili, Mamone e dal Lazio.
LE OPERAZIONI Il via alle 7 del mattino. A gruppi di venti, i detenuti di Buoncammino sono stati fatti salire sui cinque autobus della Penitenziaria a disposizione. Sono stati necessari 15 viaggi per completare il trasferimento, uno ogni mezz'ora. A controllare il percorso dall'alto due elicotteri, uno della Polizia di Stato e l'altro della Finanza. Nessun intoppo, a parte un agente della Penitenziaria scivolato dalla moto senza gravi conseguenze e un blindato che ha fuso il motore in viale La Plaia di rientro da un trasbordo.
LA PREPARAZIONE Ma se ieri è stato il giorno clou, la macchina organizzativa ha richiesto mesi per essere messa a punto. «È stato il più massiccio trasferimento di detenuti della storia d'Italia - spiega il questore Dispenza - predisposto nel corso di due Comitati per l'ordine pubblico e di tre riunioni tecniche in Questura, l'ultima delle quali sabato». I percorsi possibili erano tre e sino all'ultimo si è tenuto segreto quello prescelto. I pullman sono partiti dal carcere, passando per piazza Yenne, Largo Carlo Felice, piazza Matteotti, viale La Plaia e imboccando infine la strada per Pula. Da parecchi giorni prima la Digos, la Polizia di prevenzione e l'ufficio informativo dei Carabinieri hanno perlustrato l'itinerario. «Non potevamo escludere contestazioni e neanche assalti ai convogli - ammette il questore - non abbiamo tralasciato nulla. Voglio ringraziare prima di tutto i cittadini cagliaritani per la pazienza, e poi tutti gli uomini coinvolti, compreso il mio Capo di Gabinetto e gli agenti della Penitenziaria. È stato un lavoro eccellente, direi perfetto».
FINE DI UN'ERA Alle 14,10 il Provveditore regionale del Dap Gianfranco De Gesu ammaina il Tricolore da Buoncammino, consegnandolo al direttore del carcere Gianfranco Pala, che lo porta a Uta. Finisce così un'era lunga un secolo e mezzo. Ora ne inizia un'altra. Ancora tutta da scoprire.
Massimo Ledda