Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Delrio: «Soldi non spesi, troppe inerzie nell’isola»

Fonte: La Nuova Sardegna
21 novembre 2014


 

Il sottosegretario accusa i Comuni e spiega: «Da noi nessuna discriminazione». Dura replica di Scano (Anci ): «Non giochi allo scaricabarile, pensi a governare»
di Luisa Satta

 

 

 

 

 

 

ROMA. «Ammontano a 579 milioni, di cui 495 per interventi a opere ed edifici pubblici, i fabbisogni complessivi per danni in Sardegna dopo il Ciclone Cleopatra». Lo ha confermato nell'aula della Camera, senza riferimenti ai danni subiti dai privati, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Che ha risposto a una interpellanza urgente sugli aiuti ai sardi dopo l'alluvione del 18 novembre 2013. «Non c’è comunque alcuna discriminazione per l’isola: siamo tutti nella stessa barca», ha aggiunto. Durissima e immediata la risposta dell’Anci regionale. Che attraverso il suo presidente, Piersandro Scano, ha riconfermato i rilievi estremamente critici nei confronti del premier Renzi (del Partito democratico come lui). Sostenendo in sostanza che non solo il governo non ha rispettato gli impegni assunti nei confronti della Sardegna, ma ha dato adesso giustificazioni del tutto prive di fondamenti politici cimentandosi in uno scaricabarile inaccettabile.

Intese di programma. Prima del batti e ribatti, comunque, il sottosegretario ha voluto puntualizzare che globalmente 2,3 miliardi per la Sardegna non sono stati spesi «per inerzia degli amministratori dell’isola: la responsabilità non è certo di questo governo». Il riferimento è in questo caso alle nuove proposte di accordi di programma per la Sardegna. Proposte che, secondo Delrio, dovranno essere presentate entro il prossimo 4 dicembre e «completare così il quadro degli impegni per 500 milioni in opere pubbliche e ripristino».

Fondi integrativi. Secondo il sottosegretario, a ogni modo, i fabbisogni stimati «richiedono uno stanziamento aggiuntivo ad hoc». Ma poi, polemizzando apertamente con le accuse avanzate contro il governo dai sindaci e dallo stesso presidente della giunta regionale, ha aggiunto: «Se tutti gli amministratori della Sardegna avessero mostrato lo stesso impegno che ha mostrato questo governo, non saremmo qui a ragionare di questa difficoltà».

Pericoli diffusi. Più in generale Delrio ha detto che l’esecutivo nazionale cerca oggi di recuperare il tempo perso finora. E ha rilevato che parte dalle città quella che il governo definisce «la più importante opera pubblica di cui l'Italia ha bisogno»: la messa in sicurezza del territorio per ridurre i rischi da frane e alluvioni a cui sono esposti milioni di cittadini e, soprattutto, porre fine alla conta dei morti.

Progetti di largo respiro. A Palazzo Chigi è così andato va in scena il primo atto del piano nazionale contro il dissesto idrogeologico, il faraonico progetto che prevede una spesa di 9 miliardi in 7 anni - cifre mai viste in Italia per la prevenzione - che, se attuato fino in fondo, potrebbe davvero rappresentare una cambiamento di rotta.

Soldi ai centri urbani. Avvio dunque con uno stralcio dal valore di un miliardo: 700 milioni per le opere subito cantierabili nelle città - Roma, Milano, Napoli, Torino, Bari, Firenze, Bologna, Genova e Reggio Calabria più Cagliari, Messina Palermo e Catania, città di regioni a statuto speciale ancora non inserite nelle aree metropolitane - e 290 per la progettazione di quelle urgenti.

Le reazioni. «Con Graziano Delrio concordiamo solo su un punto: sul riconoscimento della necessità di uno stanziamento aggiuntivo ad hoc per danni a opere pubbliche in Sardegna, visto che finora lo Stato non ha mantenuto gli impegni assunti in occasione del ciclone Cleopatra», ha invece sottolineare a chiare note il presidente dell’Anci regionale.

Conti che non tornano. «Quanto ai 2.3 miliardi non spesi "per inerzia degli amministratori della Sardegna" gli chiediamo, per elementare dovere di serietà di fornire l'elenco degli stanziamenti con le relative finalità – ha attaccato Piersandro Scano – Perché solamente così i cittadini potranno valutare dove sta l'inerzia: se nei Comuni sardi o nel governo a Roma». «Intanto chiediamo che lo stesso impegno che Delrio mette oggi nello scaricabarile lo metta nel rendere operante l'allentamento del patto di stabilità di cui il governo parla da gran tempo, senza che finora sia stato modificato alcunché – ha incalza ancora Scano – Tuttora i Comuni sardi, compresi quelli colpiti dall'alluvione, non possono spendere per il rischio idrogeologico e per la messa in sicurezza nemmeno i soldi che hanno in cassa. Di che cosa parla allora Delrio? Ma pensi piuttosto a governare»