Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Ciclisti e pedoni non possono morire: quella strada deve diventare sicura»

Fonte: L'Unione Sarda
19 novembre 2014

NUOVA STATALE 195. Allarme Fiab: bisogna intervenire durante i lavori, come impone la legge

«Chi si muove a piedi o in bicicletta rischia ogni giorno la vita». Risuona l'allarme per l'assenza della messa in sicurezza dei percorsi ciclopedonali sulla statale 195. È il presidente della Fiab Virgilio Scanu che lo rilancia in occasione dei lavori di manutenzione straordinaria che l'Anas sta realizzando per sostituire i vecchi guard rail sino al chilometro 1,6, lavori affidati dallo scorso marzo alle imprese Traffitek e Sogim. «È l'occasione buona per ripristinare il percorso, così come prevede la legge che impone agli enti proprietari delle strade di provvedere, in caso di manutenzione straordinaria della sede stradale, a realizzare percorsi ciclabili adiacenti», spiega Scanu. «Nonostante l'impegno finanziario di circa un milione di euro, non risulta previsto alcun intervento di tutela».
LA DENUNCIA Non è un puro e semplice invito a procedere. Il caso è oggetto di una vera e propria denuncia sottoscritta, oltre che dalla Fiab Cagliari Città ciclabile, dagli operatori cicloturistici della Sardegna e da associazioni e comitati direttamente interessati all'attraversamento di quel tratto di strada che tiene in ostaggio il quartiere di Giorgino e chi lavora nella zona industriale del porto canale o a Sa Illetta. Regione, Anas, Comune, Provincia e autorità portuale ne sono i destinatari: istituzioni che, in caso di incidenti, saranno ritenute «responsabili della mancata messa in sicurezza dell'opera».
GLI OSTAGGI Basta fare un salto sul posto per rendersi conto di come stanno le cose, documentate dalla Fiab con foto inequivocabili. Per i ciclisti il percorso sud occidentale della Sardegna è quello più pericoloso, una sorta di “strada della morte” messa al bando dagli stessi tour operator che, proprio per questioni di sicurezza, hanno cancellato il tratto Pula-Cagliari dai loro itinerari. Idem per i pedoni. Chi abita a Giorgino e non ha l'auto è impossibilitato a muoversi: dirigersi a piedi dal villaggio pescatori verso la città vuol dire rischiare la vita, così come succede nel senso inverso a chi dalla città volesse andare in spiaggia. Una situazione che penalizza diverse categorie di persone. Come gli operatori che quotidianamente raggiungono in bicicletta i cantieri del porto canale (molti vi rinunciano pur distando il posto di lavoro dal centro della città appena 3 chilometri), o i giovani che lavorano nel Campus di Tiscali a Sa Illetta, costretti a usare l'auto non essendo utilizzabili i percorsi sterrati sotto il ponte che sovrasta la 195. O gli stessi pescatori che, soprattutto nelle ore notturne, devono rientrare a Cagliari lungo «rampe stradali prive di qualsiasi protezione, secondo un percorso promiscuo ad auto e mezzi pesanti ad alta velocità». Ciclisti e cicloturisti che intendono andare verso Pula e Teulada lo evitano proprio questo tratto di strada, ritenuto da tutti di «estrema pericolosità». Tanto più che «è impossibile - come si vede dalle foto - percorrere le passerelle pedonali esistenti lungo il ponte di Giorgino, per lo stato in cui si trovano e per via delle barriere in metallo del guard rail che impediscono l'accesso. Tutto questo viene ben spiegato nella denuncia delle associazioni che, come un reportage, racconta, chilometro per chilometro, il brivido che si prova ad attraversare questa strada con mezzi diversi dalle auto. «Tutti gli interventi vengono fatti in funzione delle macchine e mai a sostegno di una mobilità ciclabile e pedonale, nonostante gli obblighi imposti dalla legge agli enti come l'Anas», accusa Scanu.
LA SOLUZIONE La possibilità di mettere in sicurezza quest'asse viario esiste e sono le associazioni (tra cui anche quella delle vittime della strada e Cammino di Santu Jacu che rilancia l'allarme per i pellegrini) a indicare la direzione da seguire. Innanzitutto, dicono, lungo il ponte «è possibile ripristinare e allargare la sezione del corridoio pedonale esistente collegandolo in ambo i lati con rampe pedonali e ciclabili che, a costi contenuti, permetterebbero di collegare le passerelle del ponte con dei percorsi pedonali e ciclabili sterrati esistenti sotto il cavalcavia». Tutto ciò è possibile farlo anche sul lato cagliaritano del viadotto, dove esistono dei percorsi che permettono di raggiungere il porto di Cagliari, meno di 2 chilometri, in tempi brevissimi. Da qui la richiesta corale: «Sospensione dei lavori per consentire un adeguamento del progetto, con apposita variante in corso d'opera» e, in particolare, «adeguamento del corridoio pedonale-ciclabile lungo il ponte». Inoltre all'uscita delle rampe, si potrebbero realizzare «stradelli ciclabili sia sul fronte Giorgino-Pula che su quello cagliaritano». L'unico modo per raggiungere in bicicletta l'area portuale, le banchine di Santa Gilla e l'Auchan.
Carla Raggio