Domenica a Sant'Elia tanti cagliaritani hanno sfidato il maltempo
La piazza del Lazzaretto ha già i suoi affezionati
Vento e nuvole non hanno tenuto lontani i cagliaritani da quella che sembra essere diventata, da ormai quattro settimane, una delle mete privilegiate per la domenica mattina. E anche ieri, nonostante l'inclemenza del tempo, la nuova piazza davanti al Lazzaretto di Sant'Elia, sferzata da un fastidioso libeccio, ha accolto tanti coraggiosi.
A PASSEGGIO I curiosi che ancora non avevano, dal giorno dell'inaugurazione, visitato l' agorà affacciata sul mare, chi invece la piazza l'aveva ripetutamente calpestata passeggiando anche sul lungomare che dopo il completamento del nuovo porticciolo dei pescatori e la messa in posa del ponte sul canale oggi utilizzato dai piccoli pescatori di Sant'Elia potrà unirsi all'altro tratto del camminamento che raggiunge il padiglione Nervi.
«Peccato per il tempo, domenica scorsa qui era davvero bello». Franca Marras ha una giacca blu e un foulard bianco-rosso-azzurro ed è elegantissima, ma oggi il libeccio richiederebbe ben altri indumenti. «Quando la passeggiata sarà completata sarà piacevole camminare da qui fino a via Roma».
LA FOLLA Intanto la piazza, quando l'orologio batte mezzogiorno e trenta e il mercato rionale si prepara a chiudere i battenti, accoglie i ritardatari. Anziani soli, coppie di età avanzata, gruppi di amici. Sandro e Paola tentano di trattenere il loro grosso cane nero che vorrebbe scorrazzare senza “catene”. «Quando sarà bello torneremo in bici così potrà venirci dietro. Non c'eravamo ancora venuti, è stata una piacevole scoperta».
LO SPETTACOLO Il vento scarica spruzzi d'acqua e il mare ribolle. Qualche coraggioso si protende verso la ringhiera d'acciaio del lungomare lasciandosi spruzzare dalle onde per tentare lo scatto-selfie suggestivo. Beccato. Lui e il cellulare. Un papà esasperato inveisce contro il suo bimbo (il turpiloquio è eccessivo, fuori luogo) che forse avrebbe preferito una domenica diversa e non la piazza tormentata dal vento. Due ragazzi si baciano e s'abbracciano tentando di nascondersi nel box di legno e acciaio non ancora completamente aperto. Qualcuno pedala, qualche altro arranca. C'è poi il fotografo con tanto di obiettivi impossibili che con posa plastica e professionale blocca l'orizzonte, la torre, il borgo, convinto (lo suggerisce il suo sguardo) di aver fatto il gran colpaccio.
A. Pi.