Piergiorgio Massidda commenta quanto emerso dal dibattito in aula ieri alla Camera dei Deputati in merito alla nomina dei presidenti dei porti italiani.
"Mi amareggia che per soddisfare l'egoismo di pochi e colpire il sottoscritto si stia mettendo in difficoltà l'intero sistema portuale italiano; mettendo a rischio posti di lavoro e imprese" così Piergiorgio Massidda, già presidente dell'Autorità portuale di Cagliari e vicepresidente nazionale di Assoporti commenta quanto emerso dal dibattito in aula ieri alla Camera dei Deputati in merito alla nomina dei presidenti dei porti italiani. "Il Ministro Lupi rispondendo a una interrogazione del Partito Democratico ha chiarito che non nominerà i Presidenti di ben 8 Autorità portuali commissariate, prima della conclusione della vicenda che mi riguarda. La Suprema Corte di Cassazione si dovrà infatti pronunciare circa la necessità di nominare presidenti con laurea affine al ruolo di guida del porto. Mi stupisce che le maggiori sollecitazioni vengono dal Partito Democratico che si fece, alcuni mesi fa, portatore di istanze opposte: fece una dura censura contro Lupi per la mia nomina a Commissario poiché secondo loro la mia laurea non era attinente. ora addirittura chiedono di nominare anche non laureati". Forse, prosegue Massidda "hanno capito che nei porti conta quello che viene fatto e non il titolo universitario? Oppure i presidenti vengono valutati non in base ai risultati ma ai momentanei interessi di partito? L'Italia è il terzo paese europeo per quanto riguarda l'economia del mare. Il cluster marittimo ha un peso economico e sociale molto rilevante: pari ad oltre 40 miliardi di euro e oltre 210 mila occupati. Incepparlo ora, in un momento di grandi cambiamenti, vuol dire fare male all'economia del Sistema Paese. Vuol dire farsi trovare impreparati sul mercato internazionale. Lo è ancora di più a Cagliari dove il porto è una delle industrie più importanti con migliaia di lavoratori e imprese. Perdere tempo vuol dire perdere quote di mercato e nuovi posti di lavoro".