GIUNTA. Pigliaru conferma il piano per la spa. Ma anche i sindaci preparano la mobilitazione
Bufera su cauzioni e debiti: durissima reazione di Maninchedda
Un'ora per riaprire il caso Abbanoa e decidere come reagire alle nuove bufere, sulle cauzioni chieste agli utenti e su eventuali rischi di fallimento. Nella stanza il governatore Francesco Pigliaru, l'assessore ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda e tutta la Giunta. Niente verbali, addetti stampa, funzionari: quando capita così la chiamano «Giunta politica», di fatto ieri è stato un vero vertice di crisi. Chiesto e ottenuto da Maninchedda, che l'aveva preannunciato con una durissima presa di posizione sul suo blog sardegnaeliberta.it.
Sull'esito cala una riservatezza tesa, ma le indiscrezioni parlano di conferma del piano di ristrutturazione finanziaria della società, e della linea tenuta fin qui. Nonché di richieste di verifica, agli uffici legali, su come difendere da eventuali turbative le trattative con le banche per il consolidamento dei debiti di Abbanoa.
L'ANCI Intanto però i sindaci sono in stato d'agitazione. Il presidente Anci Pier Sandro Scano annuncia per il 19 un confronto tra l'Associazione dei Comuni, quella degli enti locali, il Consiglio delle autonomie locali e il commissario dell'autorità d'ambito (il sindaco di Nuoro Sandro Bianchi).
Dice Scano che il vertice nasce dalle «numerose segnalazioni di sindaci e cittadini» sulla cauzione pretesa da Abbanoa come garanzia per eventuali insolvenze: «Da una parte vediamo propositi di razionalizzazione del sistema idrico, dall'altro azioni unilaterali di Abbanoa, come il deposito cauzionale sia per i privati che per Comuni ed enti».
POLEMICHE Molti criticano questa misura, prevista dall'Authority per l'energia, il gas e l'acqua. Spiegazione che non regge, secondo Marco Tedde (Forza Italia): «L'Autorità introduce una mera facoltà per i gestori e non un obbligo giuridico. Abbanoa spa “può” chiedere il deposito, non “deve”». E per ora sarebbe esclusa anche la semplice facoltà, perché la spa non ha adeguato alle nuove normative la propria Carta dei servizi del 2007. A Tedde replica Maninchedda: «Tutti i contratti di somministrazione prevedono la sottoscrizione di clausole in cui si ricorda al cliente che è dovuto il deposito cauzionale. La disciplina dell'Authority non indica ai gestori di eliminare il deposito cauzionale, ma semmai di adeguarlo alle sue disposizioni». Quanto alla Carta dei servizi, l'assessore assicura che quella di Abbanoa rispetta i requisiti richiesti dall'Authority.
In Consiglio anche il gruppo di maggioranza Sardegna vera ha presentato un'interrogazione alla Giunta (primo firmatario Gaetano Ledda, Upc) per chiedere che si esentino le parrocchie. Il testo, condiviso da Efisio Arbau, Michele Azara e Raimondo Perra, parla di «superficialità e sperequazione» da parte di Abbanoa, nell'addebitare «usi assolutamente eccessivi dell'acqua» alle strutture ecclesiali.
FALLIMENTO Ma ciò che fa infuriare Maninchedda sono le nuove ipotesi di fallimento di Abbanoa: secondo anticipazioni di stampa, un rapporto della guardia di finanza definisce ancora attuale il rischio di insolvenza della società. Nell'invettiva pubblicata sul blog, l'assessore è severo con i pm: «A chi risponde, l'autorità giudiziaria, di ciò che le indiscrezioni producono in questa triste vicenda?».
Per salvare la società, è il suo ragionamento, la Regione ha disposto una capitalizzazione attesa da anni e sta lavorando per alleggerire i debiti: il rischio è che le banche non credano più alla diplomazia della Giunta e non diano la mano che servirebbe. «E questo mentre i grandi evasori dell'acqua, alberghi, grandi condomini, seconde case di potentissimi borghesi, tutta gente con debiti verso il gestore oltre i 10mila euro, non vengono manco sfiorati da alcuna azione giudiziaria».
Molto dura anche la replica dell'amministratore unico di Abbanoa, Alessandro Ramazzotti: «Le voci di fallimento sono false, si gioca con la sorte della più grande impresa dell'Isola». Nonostante i problemi, finanziari e strutturali, ereditati dalle gestioni precedenti, «ora i conti sono finalmente in ordine». Ma «è in atto un tentativo per vanificare questi risultati»: il sospetto di Ramazzotti è che qualcuno auspichi il fallimento «per aprire la strada a un operatore speculativo privato».
Giuseppe Meloni