Dito puntato sul periodo scelto dal Comune per l'avvio dei lavori
Via Sassari, il cantiere contestato dai negozianti
«Siamo in gabbia». Alle dieci del mattino non ci sono clienti alla Caffetteria del Carmine. Il titolare, Fedele Usai, ha preparato pochi caffè, appena qualche cappuccino. Accade così da giorni, da quando le transenne - era il 22 ottobre - hanno bloccato via Sassari. Lavori in corso, via l'asfalto, la strada che collega via Roma al Corso è un lungo cantiere. Lo sarà fino al 31 marzo. «Siamo in gabbia», ripete pensando al Natale, alle settimane che anticipano le feste e che rappresentano un momento delicatissimo per chi vive di commercio. «Non siamo stati avvisati con il giusto anticipo, le transenne ce le siamo ritrovate da un momento all'altro mentre avevamo fatto gli ordini, commissionato la merce», racconta Usai. «Speriamo non accada ma l'ipotesi è che molta merce resti invenduta».
IL FUTURO Una preoccupazione che attraversa i pensieri di tutti i negozianti. Così Vincenzo Matolo, proprietario di Big Shoes, negozio di famiglia da tre generazioni («È stato aperto nel 1953», dice), apre il libro degli ordini e fa di conto. I numeri non sono esaltanti. Come gli affari di queste giornate. «Informati? Ma proprio no. Non sappiano ancora ufficialmente cosa accadrà nelle prossime settimane, nei prossimi mesi. I cartelli parlano di fine lavori alla fine di marzo, voci raccolte da alcuni commercianti dicono che per Natale il cantiere verrà temporaneamente chiuso ma la verità non la conosce nessuno di noi. Sappiano però che la nostra programmazione l'abbiano fatta tutti da tempo. Ho già visto i campionari estivi e le scarpe che ho in magazzino sono tutti capitale investito che rischio di non recuperare per colpa di questo cantiere». Racconta Silvia Matolo: «Le nostre vetrine sono “oscurate” dalle transenne, quando arrivarono i tecnici del Comune per sistemare i cartelli col divieto di parcheggio chiedemmo chiarimenti. Ci dissero poco o nulla, poi spuntò il cantiere».
LE STRADE Dopo via Garibaldi, via Sassari. I lavori per rimettere a posto la città e strapparla al lungo degrado non hanno nemici. «Ben vengano», è la sintesi delle numerose opinioni raccolte nelle strade cagliaritane interessate dai lavori di restauro di sottoservizi, pavimentazione, banchine pedonali. Non piace, però, la coincidenza col periodo delle feste natalizie ormai alle porte. Anna Cheretti (negozio di frutta e verdura) sulle scelte del Comune ha idee assolutamente negative. «Ma si può scegliere questo periodo per chiudere le strade? Perché non scegliere i mesi morti, perché non pensare che qui c'è gente che lavora per vivere e che deve pagare merce, Inps, tasse. Quando il commercialista ti chiama non puoi rispondergli “sa, c'è il cantiere e non ho guadagnato nulla”».
I SUGGERIMENTI Così anche Mariella Contini, titolare di un negozio di scarpe, “il Millepiedi”, da una trentina d'anni. «Altri tempi quando avevamo tre commesse. Sa quanto ho guadagnato, ieri? Cinque euro. Devono fare in fretta a finire questi lavori o per noi saranno guai seri. Perché non si lavora anche il sabato e la domenica, perché non la notte come in tante altre città d'Italia e del mondo?», si chiede Contini. «Ci hanno bloccati, questa è una strada paralizzata», conclude Mario Bernardi.
Andrea Piras