«Ho fatto qualche confronto coi dati nazionali. Mi sembra che in Sardegna i costi per i rifiuti siano scandalosamente alti». Pier Sandro Scano usa parole forti ma a ragion veduta, dopo un primo approfondimento su una questione che angustia tutti i Comuni isolani. E visto che lui è il presidente dell'Anci, l'Associazione dei Comuni, il suo parere pesa.
Con il Consiglio delle autonomie locali, l'Anci definirà una proposta per la Giunta Pigliaru: «La Regione non può limitarsi a descrivere la situazione, deve fare un check-up del sistema e mettere mano al piano dei rifiuti», avverte Scano. Anche lui è molto colpito dall'impennata dei costi di smaltimento negli impianti e nelle discariche dell'Isola (più 152% in un decennio): «È grave, perché il conferimento incide per circa il 40% sulle tariffe applicate alle famiglie. Come prima causa di quell'impennata, mi viene da pensare all'inefficienza delle strutture. Non solo degli impianti industriali, anche degli apparati. Servono verifiche sia sulle attrezzature che sul personale». Non vuole spiegarsi meglio, ma viene da pensare ai dubbi che molti hanno avuto, in questi anni, sui reclutamenti in alcuni consorzi e società di gestione dei rifiuti.
Un'altra causa, prosegue Scano, «è forse il mercato chiuso: il piano rifiuti dice dove ogni Comune deve conferire, magari un po' di concorrenza aiuta. Ma bisogna valutare bene, potrebbe essere anche controproducente». Quanto all'ipotesi della tariffa unica regionale, che anche la Giunta Pigliaru starebbe prendendo in considerazione, «non è la prima cosa da fare. Non sono contrario: ma se ti limiti a far pagare di più chi paga poco, e di meno chi paga molto, c'è il rischio di non incentivare i comportamenti virtuosi. Bisogna partire da una radiografia che spieghi la causa dei costi eccessivi, e studiare un piano per riportarli in linea con i costi standard nazionali». (g. m.)