La stagione di pesca cominciata il primo novembre: è protesta
Troppi ritardi per l'apertura dei box di Su Siccu
Dieci giorni se ne sono già andati. Volati via con i primi guadagni (mancati) della stagione di pesca e commercializzazione cominciata ufficialmente il primo novembre. Ma mentre i 189 pescatori subacquei professionali sardi (80 i cagliaritani) sono già al lavoro per catturare i richiestissimi ricci di mare, sotto la pineta di Su Siccu i box allestiti dal Comune e dati in concessione per sei mesi ai rivenditori sono ancora miseramente chiusi.
L'ATTESA Una delusione per i tanti buongustai cittadini che in questi giorni, e ancora una volta ieri mattina, hanno raggiunto la pineta sotto Bonaria con la speranza di sedersi ai tavoli all'aperto e assaporare le prelibate uova dei “frutti di mare” accompagnate da fette di pane e vino bianco. Nel nome di una tradizione che nell'Isola vede Cagliari, Alghero e Oristano tra le città più legate al consumo dei ricci. Chiusi i dodici gazebo di Su Siccu, fermi i box quartesi.
I RITARDI «I Comuni si muovono in ritardo rispetto alla stagione di pesca e i risultati sono giornate di vendita perse», spiega un concessionario. «La burocrazia non fa bene alla nostra attività che ha tempi stretti. Lavoriamo dal primo novembre al 12 aprile in relazione alla stagione di pesca come deciso dalla Regione, perdere anche qualche giorno è pesante per le nostre tasche».
Fosse solo una questione di box. A mettere i bastoni tra le ruote ai ricciai (pescatori e rivenditori) c'è anche la questione dello stabulario-centro di spedizione di Santa Gilla. È chiuso da molti mesi. Così i pescatori sono costretti a rivolgersi all'impianto di Oristano o di Sant'antioco per poter commercializzare i loro prodotti, siano essi polpa confezionata in vasetti o ricci vivi.
LA RIAPERTURA «Stiamo cercando di accelerare i tempi per la riapertura ma non dipende certo da noi», spiega Walter Rizzardini, responsabile dell'impianto per conto del Consorzio ittico che gestisce su concessione regionale l'intera laguna e l'attività di pesca e allevamento a Santa Gilla. «Finalmente i problemi all'interno del Consorzio sono superati, il giudice ha anche intimato la Camera di commercio di procedere con la visura catastale dopo la definizione della presidenza del Consorzio affidata a Emanuele Orsatti, ma quando un impianto come lo stabulario resta chiuso per troppo tempo c'è una prassi ministeriale da seguire. L'intero impianto va sottoposto a rigidi controlli e siamo in attesa del nulla osta della Asl che dovrebbe arrivare in settimana». Sempre che lo stop forzato non abbia causato problemi. Se così fosse, il rischio è che la distribuzione regolare dei ricci di mare possa slittare ancora.
LE RICHIESTE «Per questo abbiamo chiesto che ci venga aperto il centro di spedizione per venire incontro ai pescatori di ricci così da far decollare realmente la stagione ed evitare i costi delle trasferte verso Oristano», dice Rizzardini. «Dal primo novembre non ci ha neppure aiutato il tempo. Le condizioni meteo avverse ci hanno costretti a immergerci appena pochi giorni», ricorda Stefano Melis, pescatore professionale ed esponente del rinnovato Cda del Consorzio ittico Santa Gilla. «Non riesco a capire, non so darmi una risposta logica al fatto che non venga separato lo stabulario dal centro di spedizione. A rimetterci sono oggi i pescatori di ricci che senza la certificazione non potrebbero vendere il prodotto ai ristoranti, ai rivenditori. È questo che vogliono le autorità? Anche perché il rischio è che i ricci finiscano nelle bancarelle abusive», conclude Emanuele Orsatti, presidente del Consorzio Santa Gilla
Andrea Piras