MERCOLEDÌ, 04 FEBBRAIO 2009
Pagina 18 - Economia
A febbraio gli aumenti previsti per i lavoratori pubblici, ma non ai dipendenti di Regioni, Province e Comuni
Pressing del ministro Brunetta sugli enti locali ancora senza contratto
ROMA. «La notizia è che a fine mese 1 milione e 300mila lavoratori pubblici avranno gli aumenti previsti dal nuovo contratto di lavoro». Lo ha annunciato il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta (foto) che - in una conferenza stampa - ha fatto presente che tali aumenti non riguarderanno i due milioni di dipendenti degli enti locali e del comparto sanità. Come previsto dal contratto, nella busta paga di settembre i dipendenti dei ministeri avranno 123,40 euro lordi.
Settanta euro per l’aumento a regime e 53,40 euro come arretrato del mese di gennaio. Coloro che lavorano nelle agenzie fiscali a fine mese riceveranno 143 euro in più: 76,70 per l’aumento a regime e 66,30 euro come arretrato. Per chi lavora nella scuola, l’aumento sarà di 133 euro lordi: 73,10 euro per l’aumento a regime, 59,90 come arretrato. All’appello, ha osservato il ministro, mancano le Regioni, gli Enti locali e la sanità che - per vari motivi - sono in una situazione di stallo anche se, comunque, in base alle tutele disposte dalla Finanziaria, potrebbero erogare tutto l’incremento previsto per l’intera categoria dei dipendenti pubblici pari al 3,2%. Brunetta vuole evitare il «disallineamento» salariale tra i lavoratori statali e gli altri dipendenti pubblici, i 2 milioni cioè che lavorano per Regioni, Province, Comuni e Sanità. Quindi, con una lettera alle Conferenze delle Regioni e delle Province, e all’Anci, il ministro scende in pressing sugli enti locali perché paghino ai loro impiegati l’aumento salariale in base agli stanziamenti previsti per il biennio 2008-2009. Con la busta paga di febbraio, ha ricordato il ministro, gli statali riceveranno infatti gli aumenti concordati con il rinnovo del contratto siglato da Aran e sindacati (a eccezione della Cgil) oltre alla vacanza contrattuale di gennaio. Ma non sarà così per coloro che hanno come datore di lavoro Regioni (anche la sanità), Province e Comuni. Per questa fetta di lavoratori il rinnovo non è stato siglato, tuttavia il ministero ha previsto che in caso di ritardo nella definizione del contratto le amministrazioni possano anticipare il contenuto economico.