Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il Sant'Elia è anche nostro, pagateci

Fonte: L'Unione Sarda
4 febbraio 2009

Il caso. Patto di ferro tra le ex frazioni per la divisione del patrimonio con Cagliari

I Comuni di Monserrato, Elmas e Quartucciu battono cassa

Una questione spinosa: la mancata divisione del patrimonio dopo il divorzio dal capoluogo negli anni Novanta. Il caso-limite dello stadio.
Forse per decidere la sorte dello stadio Sant'Elia, tema caldo di questi tempi, Cagliari dovrà fare i conti anche con i comuni dell'area vasta. Quartucciu, Monserrato e Elmas, alzano la voce e reclamano quello che, a loro dire, gli spetta: prima dell'autonomia erano un tutt'uno con Cagliari, hanno investito risorse comuni, e per questo gran parte del patrimonio, dicono, va diviso con loro. Anche il campo del Cagliari calcio di cui, sostiene il sindaco di Quartucciu Pierpaolo Fois,, «ci spetta una quota». Per questo , i tre Comuni, in una conferenza dei servizi convocata nei giorni scorsi , hanno deciso di istituire una commissione tecnica che «determini l'esatta ripartizione dei beni , perché verrà fuori che Cagliari ci deve milioni di euro».
PATRIMONIO Una situazione intricata che si trascina da tempo, quella della divisione del patrimonio. Divenuti autonomi rispettivamente nel 1983 , nel 1992 e nel 1990, Quartucciu , Monserrato e Elmas, rivendicano crediti nei confronti del Comune di Cagliari ma anche una vera indipendenza che ancora non c'è , se si considera che le amministrazioni non hanno atti di proprietà di beni che ricadono nei loro territori.
«Questa volta facciamo sul serio», sbotta Fois, «la legge dei tre Comuni diceva a chiare lettere che una volta ottenuta l'autonomia si diventava proprietari di parte dei beni che invece Cagliari ha tenuto per se. E' quindi quanto mai necessario costituire una commissione tecnica che determini l'esatta ripartizione di tutto il patrimonio per vedere cosa ci spetta».
IN BALLO Le cose in ballo sono diverse. A cominciare dallo stadio. Quando nel 1970 il Sant'Elia venne costruito , l'autonomia ancora non c'era, quindi, aggiunge Fois, «una parte è anche nostra, perché per tirarlo su sono stati utilizzati fondi comuni».
Stesso discorso per i locali commerciali acquistati quando il Comune di Cagliari era costituito anche dai comuni di Quartucciu, Elmas e Monserrato, « di cui ci spetta un ventisettesimo», ribadisce il sindaco di Quartucciu: «da quest'analisi salteranno fuori tante cose».
Ci sono in ballo anche le azioni dell'ex Act, oggi Ctm e i fondi utilizzati per costruire servizi nelle zone dove sono nate le case popolari «perché laddove ci sono gli alloggi noi abbiamo realizzato le strade pagandole con i soldi poi incassati solo dal Comune di Cagliari».
ESPERTI Con Monserrato qualcosa è già stata risolta da poco. «Con Cagliari abbiamo già definito alcune cose», sostiene il sindaco Marco Sini, « risolvendo questioni importanti. Adesso però c'è bisogno di tecnici esperti che diano un quadro esatto del patrimonio disponibile per verificare quale parte ci spetta.».
Per il sindaco di Elmas Walter Piscedda il problema vero è soprattutto un altro. «Prima di ogni cosa è necessario chiudere le pendenze e i contenziosi. Ci sono nel territorio case di cui non abbiamo gli atti di proprietà e non possiamo dsimetterle perché Cagliari non le ha trasferite. Sono piccole cose magari in confronto a tutti i problemi che il Comune di Cagliari deve affrontare, ma per noi si tratta di situazioni molto importanti. Questo è ciò che conta risolvere , aldilà delle rivendicazioni sullo stadio o sulle quote del Ctm».
Insomma adesso non resterà che aspettare l'esito delle indagini della commissione tecnica per scrivere finalmente il capitolo finale di una vicenda che si trascina da anni.
GIORGIA DAGA

04/02/2009