VIA ROMA. Sicurezza sotto i portici, pareri discordi dopo lo scippo
Ieri nuova rapina al bancomat di via Rossini
Mentre prelevava allo sportello bancomat in via Rossini si è trovato circondato da tre persone. Sotto minaccia non ha potuto far altro che consegnare i contanti. Non è però l'unica vittima di ieri sera. A Quartu, verso le 18, una coppia - un uomo e una donna - è scappata in sella a uno scooter dopo aver messo a segno un altro colpo. Il quarto in città in pochi giorni.
L'ennesimo, direbbero i cittadini che ancora non hanno digerito quanto capitato a un'anziana disabile l'altro ieri in via Roma: rapinata della sua borsetta e scaraventata per terra con la sua carrozzina.
«Sta scherzando? Io da sola non passeggio sotto i portici la sera». Maria Bonaria Atzori aspetta l'autobus in via Roma accanto all'edicola. Dietro lenti da vista dalla montatura sgargiante sembra avere circa sessant'anni. Ancora non ha letto né sentito al Tg che nemmeno 24 ore prima proprio in quella strada un'anziana in carrozzina è stata scippata da un balordo che per portarle via la borsa l'ha scaraventata per terra. La notizia non fa altro che rafforzare la sua opinione, più che consolidata: «Non c'è abbastanza controllo. Vede», dice mentre indica l'incrocio di fronte alla Rinascente, «se ci fosse un'auto dei carabinieri io che viaggio in pullman tutti i giorni mi sentirei più sicura, e credo che anche gli scippatori si guarderebbero bene prima di rubare o far del male a qualcuno».
Rosanna Ruggiu sembra avere la stessa età. Fisico minuto, abbigliamento sportivo e zaino sulle spalle, attraversa il semaforo quasi di corsa. Alla vista della cronista quasi sgrana gli occhi: «Ma lo sa che ci stavo pensando proprio in questo momento?». Dello scippo conosce anche i particolari. Che non sia indifferente è più che evidente: «Io dico la verità, ho paura». Poi aggiunge: «Ma non rinuncio ad andare in giro da sola, se mio marito non può venire con me mi tutelo». Anche Maria Grazia Fiorenza ha saputo quanto capitato all'anziana disabile che lunedì sera intorno alle 19 passeggiava con la sua badante. «Ma io non mi sono accorta di niente», si affretta a dire. Lei, una bella donna che lavora in un negozio di scarpe, abbassa tutti i giorni la serranda quando è buio. E protesta: «C'è poca illuminazione e pochi controlli, sarei disposta anche a quotarmi pur di avere dei vigilantes nella via». Si sente più sicura soltanto perché «ci sono i ragazzi extracomunitari con le loro bancarelle. Ci conosciamo e la loro presenza la sera mi rende più tranquilla». Da chi guardarsi le spalle sembra saperlo. «Vede questi ragazzi», indica un gruppetto di adolescenti, «somigliavano a quelli che sono entrati nel negozio a fianco al mio e hanno rubato il portafogli dalla borsa di una cliente che l'aveva poggiata per terra».
Giulia - che avrà la stessa età dei ragazzini indicati poco prima - passeggia lentamente e guarda le vetrine: «Io sono molto tranquilla non ho paura. Vengo da Flumini e lì sì che c'è da avere paura». È di tutt'altro parere Maria Mancosu, anziana e cagliaritana doc: «Dopo una certa ora non esco più. Non mi fido, lo vede quanti sono, sempre di più». Si riferisce agli ambulanti di colore: «Poi dicono che questo è essere razzista, io non lo sono. Ma sono tanti e anche io ho dei figli che non hanno lavoro».
Dietro di lei, Salvatore Belfiori ha l'aria di chi ne ha viste tante: «Esco prevalentemente la mattina e mai con più di 50 euro dentro il portafogli». Silvia e Michele, giovane coppia di Quartu, la vedono diversamente: «Più si parla di bullismo e di baby gang più cresce il rischio emulazione. Ma le notizie vanno date comunque».
Veronica Nedrini