La foto sul giornale l'ha rincuorato: «Era proprio lui, il mio Cristo in croce». La sua statua in ginepro Gianni Massa, dipendente comunale con la passione della scultura («soltanto un hobby»), l'aveva persa di vista una mattina in piazza del Carmine. «Qualcuno, approfittando della ressa durante l'esposizione di opere d'arte, l'aveva portata via». Nel senso di rubata. «Non mi sono accorto di nulla. Certo è che mi era dispiaciuto e credevo proprio di non poterla più avere indietro».
L'opera, sessanta centimetri d'altezza, un metro con la base, è ricomparsa l'altra mattina nella chiesa di Sant'Agostino. «Una nostra parrocchiana l'ha trovata durante la notte, in strada», aveva raccontato il rettore, don Vincenzo Fois, «l'indomani mattina ce l'ha consegnata, pensando fosse stata trafugata dalla chiesa e poi abbandonata». La statua invece non apparteneva alla chiesa ma allo scultore Gianni Massa, che è trasalito quando ha rivisto la foto della sua statua in ginepro: «Era sulla pagina de L'Unione Sarda. Ho provato una gioia immensa quando mi è stata riconsegnata. Ringrazio la parrocchiana che l'ha ritrovata e consegnata alla chiesa di Sant'Agostino». L'attribuzione dell'opera allo scultore che la rivendicava è stata operazione semplice. La statua era firmata: «Massa». (p. p.)