SAN MICHELE.
In occasione della commemorazione dei defunti sono state tirate a lucido le sepolture
Le misure anti Dracula sono state prese, considerato che la commemorazione dei Defunti perde sempre più la sua nobile funzione e si veste di Halloween terrorizzante. Se al cimitero di San Michele potessero mai risvegliarsi i vampiri, troverebbero a neutralizzarli la bancarella che un venditore di aglio ha piazzato in via Abruzzi, a nemmeno cento metri dal cancello del cimitero: è gigantesca, c'è aglio a sufficienza per tenere lontano il Conte Dracula e tutti i suoi “colleghi”.
I FIORI Non giungono notizie sulla Borsa dell'aglio, dalla maxi-bancarella, ma per quanto riguarda quella dei fiori i rumors (dei venditori) indicano stabilità: «L'avevo promesso pubblicamente due settimane fa, e l'ho mantenuto: i prezzi sono gli stessi che pratico nel resto dell'anno, nessun rincaro», assicura Luciano Muscas, 63 anni, 53 dei quali trascorsi sul piazzale del camposanto per vendere i fiori. Ma se Borsa dev'essere, allora fuori le quotazioni titolo per titolo: «Un mazzo di margheritine o di garofani tre euro», elenca Muscas con voce da rosario, «per le orchidee saliamo a quattro, con i lilium andiamo a 1 e 50». E se uno volesse fare una gran bella figura con l'estinto? «Può spendere dieci euro per un vasetto medio, e se lo chiede molto grande raddoppia la spesa». A pochi metri da lui c'è Mirko Rocca, che ha il muso lungo, mal di testa e un buon rapporto con le metafore. «Perché sono di malumore? Perché in passato, la mattina del 31 ottobre, qui fuori si vedevano solo teste di persone. Invece oggi, guardi quanto asfalto si può ammirare». Affluenza bassa, insomma, ma il giorno della commemorazione dei Defunti è domani, inoltre oggi è festivo: si potrà rifare. D'altra parte, il periodo è da sempre propizio: «Se durante l'anno ogni giorno incasso dieci», riprende Muscas, «in questi giorni incasso cento». Ma non sarà che... «Esatto: a molti, dei loro cari scomparsi non importa nulla e vengono a far visita alle loro sepolture solo intorno al 2 novembre, poi non li rivediamo per un anno».
NEL CIMITERO Al di là del cancello, il bus-navetta messo a disposizione dall'assessorato ai Servizi sociali (a dire il vero sono due, in questi giorni) continua a fare la spola da un lato all'altro del camposanto: nove fermate, percorso di due chilometri, tempo di percorrenza cinque minuti. «Sarebbe un servizio per anziani e disabili», sospira l'autista, «ma poi lo usano tutti. E noi, tutti lasciamo salire».
GLI OMAGGI Nelle sepolture interrate, in cappelle private o in loculi sovrapposti in verticale, è un'esplosione di colori e di lucentezza: merito dei fiori che addobbano la maggior parte delle lapidi e delle mani familiari che le hanno lucidate, si spera assieme al ricordo di chi c'era e non c'è più. Di sicuro, non manca un omaggio a Francesco Rocca, classe 1922, chiamato dall'esercito per combattere la Seconda guerra mondiale e morto all'età di vent'anni a Porto Torres, ma per una malattia contratta durante il servizio alla Patria. È sepolto nella parte di cimitero dedicata ai Caduti in guerra italiani. Sua sorella, che ha 82 anni (cinque meno del defunto) e non vuole leggere il proprio nome di battesimo sul giornale, sistema con amore un piccolo contenitore con i fiori: «Lo faccio tutti gli anni. Iiiihh, se mi voleva bene, Francesco».
CADUTI IN GUERRA Don Gianmario Piga, cappellano della Guardia di finanza in Sardegna (il corpo che ha offerto i primi morti nella Prima guerra mondiale), esce dal sacrario militare a forma di nuraghe e dà uno sguardo intorno: tutto dev'essere perfetto per la commemorazione dei Caduti, in programma domani. «Qui davanti ci sono i cimiteri di guerra inglese e tedesco: dopo la funzione, il rappresentante del Console inglese va a rendere omaggio ai Caduti della Germania, e quello tedesco fa altrettanto con i Caduti inglesi. Un gesto simbolico, ma forte, grande». Ci sono anche Caduti australiani e canadesi, nel cimitero di guerra del Regno Unito: ragazzi venuti in Sardegna da posti lontani, dove non sono mai più ritornati, e non mancano le sepolture intitolate a ignoti. Riposano in pace anche le palme sullo sfondo, cadute (benché in piedi) nella guerra che la Sardegna ha rovinosamente perso contro il punteruolo rosso.
LE TOMBE Tornare verso l'uscita significa viaggiare attraverso epoche diverse, segnalate non soltanto dalle date di morte, ma anche dai caratteri tipografici utilizzati per le lapidi sistemate nei loculi: anche quelli che nei computer ora si chiamano fonts sono testimoni del loro tempo e aiutano nelle datazioni. L'occhio cade sulla sepoltura di Mario De Salvi, 1909-1945, “nell'età più bella rapito da mano assassina”. I familiari posero.
Luigi Almiento