Giulini e Zedda: buon lavoro, settore aperto in anticipo
Gli eroi del '70: «Tornati a casa»
La curva che volge al tramonto, abbandonata e silenziosa dall'aprile 2012, taglia il nastro e issa di nuovo le bandiere. A ridarle vita, ieri, dopo quel lontanissimo Cagliari-Atalanta dimenticato, i passi chiassosi delle vecchie glorie rossoblù, quasi a far risuonare vecchi tacchetti in formazione e annunciare allo stesso tempo un'epoca tutta nuova. Quella a cui il presidente Tommaso Giulini dà continuità, riportando il San'Elia ad essere casa di sedicimila spettatori. Con lui il sindaco Massimo Zedda, il quale confessa di aver sempre dormito come un bambino, la notte, ma di aver ogni giorno portato appresso quel fardello. «Alla fine più che parlare abbiamo lavorato in silenzio», ha detto il primo cittadino stringendo la mano al presidente rossoblù, «e tutto ha funzionato perché Comune e società hanno instaurato un rapporto collaborativo». Lo stacanovista che invece racconta di non aver mai smesso in questi mesi di portare avanti il lavoro, neanche la notte, è Stefano Signorelli, responsabile del Cagliari per i lavori al Sant'Elia. «La difficoltà è stata quella di capire cosa avessero sbagliato in passato, quali errori non commettere». Ma alla fine, racconta, «abbiamo semplicemente rispettato le indicazioni della commissione di vigilanza senza cercare scorciatoie e abbiamo avuto l'agibilità».
Il risultato incredibile lo ha sottolineato il presidente Giulini. «La curva Sud la aspettavamo tutti per metà dicembre e invece siamo qui ad inaugurarla con ampio anticipo, segno che un buon lavoro è stato fatto da tutti». La nuova epoca, allora, si può toccare con mano. «Quella di un presidente capace - ha detto l'ex Tomasini - e di un bravissimo allenatore come Zeman». Poi si toglie un sassolino dalla scarpa. «Noi - dice indicando i suoi ex compagni - se fino all'anno scorso eravamo trattati come lebbrosi, finalmente siamo tornati nel nostro Cagliari». L'augurio è quello di «arrivare dove siamo arrivati noi o giù di lì». Con lui a spasso nella nuova curva anche Poli, Quagliozzi, Reginato, Gattelli, Copparoni. Accanto al direttore Francesco Marroccu, l'ex dirigente Stefano Arrica, voluto dal presidente Giulini «soprattutto perché sia con noi la figura del papà Andrea, importantissima per questa società». Quale sarà il prossimo passo? Meglio lasciare in pace l'immaginazione, perché alla fine quei quasi 2 milioni di euro che il Cagliari pensava di poter avere da Sardegna Promozione sono naufragati con l'ente regionale, lasciando non poche difficoltà alla programmazione della società rossoblù. Per adesso si sventolano le bandiere in curva Sud, così sarà a ogni refolo di campionato, ma il resto dello stadio? «Lo faremo noi», ha detto Signorelli. Dove? «C'è il Milan».
Virginia Saba