La struttura. I rossoblù sembrano inarrestabili ma nel futuro sperato c'è una macchia: lo stadio non è a norma
Comune ottimista: «Deroghe politiche» Ma si rischia di giocare “in casa” nella Capitale
Ennio Neri cagliari@ilsardegnablu.it ¦
In coppa Uefa. Ma all’Olimpico, o al massimo a Bologna. O comunque fuori dall’Isola. Il Sant’Elia in queste condizioni difficilmente otterrà la licenza per ospitare gare internazionali. Già bocciato nelle ultime cinque visite delle commissioni miste Figc e Uefa, un no nel 2009 potrebbe aver un sapore diverso e fare molto, ma molto più male rispetto al passato. Senza voler far torti alla nota scaramanzia del presidente Massimo Cellino, se davvero il Cagliari di Allegri e Acquafresca continuasse a stupire da qui all’ultima giornata e riuscire così a bissare l’impresa di Mazzone e Francescoli, le partite non potranno essere disputate al Sant’Elia. Bisognerà varcare il Tirreno anche per assistere e fare il tifo per le gare interne. I nodi tecnici, a lungo trascurati con la squadra impegnata nella lotta per la salvezza, potrebbero venire al pettine tutti in una volta davanti all’ipotesi qualificazione Uefa. E in Sardegna altri stadi non ce ne sono. Resta comunque possibilista il Comune, scettico invece il Cagliari Calcio. « Secondo noi giocare al Sant’Elia sarebbe possibile - ipotizza Mario Mossa, dirigente del Servizio Edilizia privata in Comune - non ho la certezza perché non ho mai incontrato i tecnici europei. Ma penso che si possano superare gli ostacoli più impegnativi grazie a deroghe ottenute politicamente». Al Cagliari Calcio la pensano diversamente, anche se ufficialmente le bocche sono cucite. Il rischio è di mettere in imbarazzo il centrodestra in piena campagna elettorale. La società di viale La Playa - che ha già puntato l’indice contro il sindaco Emilio Floris per non aver risposto alla proposta avanzata da Cellino - sa bene che dietro i guai c’è il mancato accordo con l’amministrazione comunale. E non serve dunque consultare la sfera di cristallo per ottenere la risposta: la licenza Uefa non arriverà. I tempi stringono per avere il documento e per poter disputare gare europee nella prossima stagione calcistica occorre avere la licenza da quest’anno. Il limite è marzo, anche se è possibile un rinvio di qualche mese. Ma restano troppi i nodi irrisolti per i fiscalissimi tecnici della Uefa che di anno in anno (la normativa è cambiata anche rispetto alla stagione '92- '93 in cui il Cagliari disputò la gare in Europa) aggiornano i criteri per il rilascio delle licenza.
LO STADIO dovrebbe essere conforme alle prescrizioni dello “Uefa Stadium Infrastructure Regulations”: i criteri infrastrutturali, che in Europa hanno priorità anche rispetto a quelli sulla sicurezza (privilegiati invece in Italia). E le note dolenti a Sant’Elia sono davvero tante: manca il rispetto delle quote di posti a sedere coperti per ogni settore, è carente la percentuale di seggioline a norma e il posizionamento degli spogliatoi da sistemare sotto la tribuna. Ancora, mancano i locali per i delegati Uefa, la “Vip Area”, vanno adeguate le postazioni per la stampa in tribuna e negli spogliatoi. E poi c’è la questione delle distanze del campo dagli spalti, che è irregolare anche per la Lega, pronta a tirare le orecchie al Cagliari senza troppa fortuna. Difficile che in Europa si goda dello stesso trattamento. Senza un’adeguata mediazione politica un’eventuale qualificazione avrebbe più che altro il sapore della beffa.