PORTO
Terminal crociere affittasi uso ufficio
Le navi non possono attraccare, locali offerti a operatori e professionisti
MAURO LISSIA
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CAGLIARI. Terminal crociere affittasi, solo uso ufficio: l’offerta gira da giorni col meccanismo del passaparola ed è rivolta agli operatori portuali ma anche ad architetti, ingegneri, avvocati, commercialisti, a qualsiasi potenziale inquilino che abbia bisogno di un locale ampio vistamare con annesso parcheggio. Chi pensa a una barzelletta sbaglia di grosso: le grandi navi da crociera non potranno attraccare al molo Ichnusa perchè il fondale non è sufficiente. Così, davanti alla prospettiva di lasciare la nuova struttura penosamente deserta, l’Autorità portuale ha pensato di metterla a reddito. Si parla di millecinquecento-duemila euro al mese a seconda della pezzatura e della posizione dell’ufficio, una cifra alla portata di qualsiasi professionista affermato.
Gli operatori del porto hanno già risposto picche: la sede ce l’hanno già, magari un po’ distante dal porto ma comoda e funzionale. Resterebbe la seconda ipotesi, quella dei professionisti privati. C’è spazio per tutti: sono disponibili sedici locali per complessivi 1775 metri quadrati più 1200 di piazzale interno. Ci sarebbe anche un bar, un ristorante, una libreria che doveva essere dedicata al mare. Ma questi servizi resteranno in attesa. Lunga, prevedibilmente. Perchè, come il segretario generale dell’Authority Antonio Conti ha confermato nei giorni scorsi, bisognerà spendere altri due milioni di euro per dragare il fondale, portandolo da otto a dieci metri. Ma prima sarà necessario bonificare l’area sottomarina da trentaquattro ordigni bellici già individuati, più gli altri che potrebbero nascondersi nelle sabbie. Non solo: c’è da verificare la presenza di reperti archeologici, presenza probabilissima considerato che appena più in là, davanti al molo Sabaudo, sono saltati fuori i resti di una nave e numerose anfore di età romana.
Insomma: mettendo insieme i cosiddetti tempi tecnici il terminal potrà aprire ai crocieristi in una data imprecisata, certo non prossima. Conti è ottimista e ha parlato di luglio: sarebbe un record. Nel frattempo l’edificio, ormai quasi completato, potrebbe diventare una sorta di multistudio professionale. Una cosa all’americana, che non era nei progetti e che fa anche un po’ ridere. Ma tant’è: soluzioni diverse non se ne vedono.
Certo se i lavori di dragaggio fossero partiti insieme al cantiere del terminal oggi le prospettive sarebbero diverse. Invece si è scelto di costruire il tetto senza pensare alle fondamenta e oggi il presidente del porto Paolo Fadda deve fare di necessità virtù, trasformando una parte del suo ufficio in un’agenzia immobiliare. E’ certo che se l’iniziativa dovesse andare a buon fine bisognerà studiare una soluzione per la sicurezza dello scalo marittimo: i professionisti di norma ricevono clienti, che dovranno scorrazzare liberamente fra le banchine senza il disturbo dei controlli di sicurezza. A giudicare dalla situazione attuale - ci si imbarca praticamente senza alcun controllo, il sofisticato sistema israeliano di check-control ai varchi è stato bruscamente ridimensionato - non dovrebbe essere un grosso problema.
Arrivano intanto brutte notizie dal molo Sabaudo, quello che in base alle previsioni contrattuali doveva essere consegnato all’Autorità portuale il prossimo mese di giugno: si profila una causa civile, perchè l’impresa che ha realizzato lo scavo di fronte alle banchine chiede il rimborso dei maggiori costi sostenuti per modificare il progetto. Una modifica legata al ritrovamento di reperti archeologici, un costo in più sul quale si è aperta una controversia. La consegna di giugno, attesissima soprattutto da Tirrenia, sarebbe già saltata e il rischio è che si vada a dopo l’estate. Con disagi inevitabili in un porto dove i movimenti interni, causa le carenze strutturali, sono già piuttosto schizofrenici. Un’altra brutta gatta da pelare per il presidente Fadda, che appena assunta la carica si è trovato per le mani una serie impressionante di problemi da affrontare. Non è un bel momento per i porti della città, anche se gli amministratori regionali e comunali sembrano non accorgersi di nulla.