Lo spettacolo
P er la trentaduesima edizione del Festival Internazionale Nuova Danza, che si è aperto sabato a Cagliari al Teatro Massimo con la pièce “Anna Bolena”, la rassegna organizzata dalla cooperativa Maya ha puntato sul coraggio e sulla voglia di accettare nuove sfide da parte di Antonio Minini. Già, perché il giovane coreografo napoletano, piuttosto che confrontarsi con titoloni del repertorio coreutico, “Il lago dei cigni” o “Cenerentola”, ha scelto di tradurre in movimento una storia nata solo per l'opera classica, che ripercorre le tragiche vicende della seconda moglie di Enrico VIII, che per lei lasciò Caterina d'Aragona, e di cui subì la stessa sorte, ovvero, abbandonata per un'altra donna.
Portato in scena da una compagnia di dieci danzatori (tra cui Sara Pischedda, performer dal forte temperamento), diviso in due atti, che potevano però essere riassunti in uno, e avvolto dalle musiche di Donizetti (uno degli ostacoli maggiori da superare), lo spettacolo ha regalato su un palcoscenico dominato da una scenografia fatta di tende rosse e lampadari sfarzosi, una danza dallo stile neoclassico, in cui i temi hanno seguito uno sviluppo a canone, tra dinamismo, mutamenti di ritmo e di clima, corpi flessuosi, bambini in scena (riflesso di un desiderio che la protagonista non realizzò mai), momenti ora intimi ora pervasi da disperazione. Applausi finali.
Carlo Argiolas