Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Fenicotteri e discariche

Fonte: L'Unione Sarda
28 ottobre 2014


È emergenza ambientale lungo le rive della laguna e dello stagno

 

Rifiuti sulle sponde di Santa Gilla e Molentargius

A volte lasciano la firma. Per errore. Per un eccesso di fiducia nella fortuna e chissà, magari anche di totale sfiducia nella vigilanza. A volte, però, gli inquinatori sbagliano. E finiscono in trappola. Colti in flagranza mentre si sbarazzano dell'immondezza e fanno lievitare le discariche intorno alla città, sulle sponde delle aree umide. A Santa Gilla, dentro il parco di Molentargius. Un biglietto, una tessera telefonica, bollette o altri documenti e il gioco è fatto. Così fioccano le multe.

I NUMERI Diciannove sono state le sanzioni amministrative per abbandono di rifiuti inflitte dal gennaio del 2013 ad oggi dal Corpo forestale e una denuncia penale per abbruciamento di immondezza a Molentargius. Nove, invece le denunce penali per abbandono rifiuti a Santa Gilla contro i titolari di ditte. Nei guai è finito anche un padroncino che, dopo aver scaricato i rifiuti, è stato ripreso dalle telecamere-spia mentre tentava di distruggerli col fuoco. Ancora: tre automezzi (due motocarri e un camion) sono stati sequestrati. Briciole, davanti alla consistenza di un fenomeno considerato una vera emergenza ambientale nella laguna racchiusa tra Cagliari, Assemini, Elmas e Capoterra più che nello stagno-parco di Molentargius.
IL VIAGGIO Eppure anche a Molentargius le discariche fioccano. In barba a un parco di nome ma non di fatto che non ha ancora imboccato la strada giusta per la tutela di un importante e delicatissimo compendio ambientale. Alla periferia del borgo più o meno abusivo di Medau Su Cramu i cumuli crescono. Oltre l'impianto di depurazione, lungo la strada dei dossi che collega Cagliari a Quartu, le discariche sono di casa. È storia di questi giorni. In una di queste, tra materassi, barattoli di vernice e schermi di computer riposano tre bambole malconce che hanno perso il sorriso. Giochi di bimba spazzati via e finiti tra gli eucaliptus, davanti agli aironi cenerini e alle garzette. Ai topi. È una lunga, interminabile teoria di discariche dove dominano cemento-amianto, macerie, scarti di lavorazione dell'edilizia. Difficile governare l'emergenza quando i controlli sono deboli, affidati di fatto solo alla Forestale (che deve anche vigilare sulle altre zone umide) mentre un parco, un parco vero, dovrebbe contare sul proprio personale e sulle sue guardie ambientali che non esistono per nulla.
LA LAGUNA Sulle sponde della laguna è peggio. Santa Gilla non si è fatta bella, come si sperava negli anni scorsi. E se il vertice in Prefettura di un anno fa per tentare di porre rimedio all'emergenza aveva in qualche modo fatto crescere controlli e vigilanza, col passare del tempo l'attenzione si è di nuovo affievolita. Nelle aree demaniali, così come nei terreni delle Ferrovie Italia, lungo la linea ferrata che corre verso Elmas la spazzatura cresce.
LE RIVE Lungo le sponde è discarica continua. Sulle rive del canale spalmatore che unisce il mare alla laguna, tra l'ingresso del portocanale e la chiesetta dove il primo maggio Sant'Efisio lascia il cocchio di gala per trasferirsi su quello di campagna che lo porterà fino a Nora, il piazzale è diventato meta degli scaricatori di spazzatura. È così anche lungo il versante sud-occidentale dello stagno. Dietro la Città mercato il vero sconcio. Un'area occupata dai padroncini che si spingono fin lì con camioncini e motoapi per poi far marcia indietro con i cassoni scarichi. Ferrovie Italia ha anche sistemato una sbarra per fermare l'indecenza lungo la strada ferrata e bonificato l'area appena otto mesi fa. La sbarra è ancora chiusa. Ma non ha fermato la spazzatura.
Andrea Piras