SABATO, 31 GENNAIO 2009
Pagina 1 - Cagliari
Dopo la bocciatura dal Comune del complesso universitario di viale Monastir
L’opposizione: «È un’opera di pubblica utilità fermata solo per questioni elettorali»
L’architetto di Coimpresa: effetto del gioco duro di Soru
ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. «Un modo per entrare a gamba tesa nella campagna elettorale», «è la conseguenza del gioco duro voluto dal governatore», «accogliamo con viva soddisfazione la decisione del Comune», «la Giunta Floris sta bloccando tutti i progetti», «non si può fermare un’importante opera di interesse pubblico: non va considerata come un supermercato». Questi i primi commenti alla bocciatura da parte dell’amministrazione comunale del campus universitario di viale la Plaia. Nel progetto dell’Ersu, ha precisato l’assessore comunale Gianni Campus, c’è un eccesso di cubature.
A Cagliari vi sono trentottomila studenti universitari. Di questi ben ventimila sono: o pendolari (che risiedono fuori dal Comune ma entro un raggio di 50 chilometri dall’ateneo), o fuori sede (oltre 50 chilometri). Nello stesso tempo, però, le cinque case dello studente esistenti hanno una capienza di soli mille posti letto in totale. Un fatto che taglia fuori almeno altrettanti universitari che, per legge (reddito e profitto) dovrebbero poter avere un posto in una struttura pubblica e questo significa che un altissimo numero di giovani non potrà continuare gli studi perchè non è in grado di pagarsi le spese che un soggiorno a Cagliari comporta. «Questa situazione - afferma Ninni Depau, capo gruppo del Pd in consiglio comunale - vuol dire che esiste un problema-studenti che si presenta come una vera e propria emergenza. Oltre al fatto che gli universitari, per una città, rappresentano anche una ricchezza di conoscenze». Il Comune la giustificato il «no» affermando che il nuovo progetto del campus, quello dell’architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha, ha una cubatura eccessiva. Secondo la Regione, invece, è il Municipio che vuole bloccare l’opera per motivi elettorali.
La volumetria attuale prevista per il campus è di 136mila metri cubi. Prima dell’intervento di Mendes erano 96mila. Aspetto, questo, che secondo l’amministrazione ha reso impossibile approvare il progetto. «Il problema - continua Depau - è che si deve fare differenza tra la costruzione di un supermercato e di un’opera di pubblica utilità come questo campus con tanto di mensa e servizi».
«Questo stop ai vari progetti “promossi” dalla Regione - spiega l’architetto Eliana Masoero, titolare dello studio Masoero&De Carlo, che ha progettato la lottizzazione integrata della Coimpresa e del Comune (parco da un lato, edificazioni dall’altro) su Tuvixeddu - non è che la logica conseguenza del gioco duro voluto dal Governatore Soru», che «sulla questione Tuvixeddu e sul Ppr ha costruito parte importante della sua azione politica e sulla questione ambientale sta ora costruendo la sua campagna elettorale. Tra Regione e Comune ci sono i legali al lavoro e questo rende i rapporti ovviamente tesi e squilibrati». L’architetto Masoero afferma di scrivere «per denunciare come le battaglie politiche e affaristiche abbiano portato ad un danno enorme per la città, per tutti i cittadini e ora anche per gli studenti sardi. Per non lasciar realizzare interventi calibrati e progettati con attenzione in anni di lavoro con tutte le istituzioni, per non aver lasciato ultimare quel parco ridicolmente contestato (per ignoranza o malafede?) per “troppe aiuole”, si è arrivati ad un immobilismo prevedibile».
Il «no» del Comune sottolinea, però, Massimo Zedda (consigliere comunale di Sinistra democratica), non solo va contro il diritto allo studio, «ma anche contro quelle tante famiglie che avrebbero potuto avere (per graduatoria) un posto nella casa dello studente per i loro figli universitari». Plauso alla bocciatura, invece, da parte di Azione giovani (di An): «Noi per primi - afferma il responsabile provinciale Giulio Uras - avevamo segnalato come il progetto di Mendes non lasciasse spazio per aree verdi e servizi».
Il Comune «entra a gamba tesa nella campagna elettorale - lamenta Marco Espa, consigliere comunale e regionale del Pd - per attaccare Soru spazza via i progetti sul Campus universitario e su Sant’Elia che avrebbero portato in città, in un momento di grave crisi economica, ben 180 milioni di euro di finanziamenti regionali». Per Espa, «il Comune di Cagliari non ha mai fatto nulla per i circa 38.000 universitari mentre la Regione, nella legislatura appena conclusa, ha deciso di investire su questa grande risorsa dando risposte in termini di servizi innanzitutto per gli studenti in maggiore difficoltà, a partire dai tanti fuori sede presenti in città».