Marciapiedi disastrati e strade disseminate di buche Is Bingias, la protesta
La convivenza con buche e marciapiedi dissestati è una storia antichissima per i residenti di Is Bingias. «Paghiamo le tasse come chi abita in via Roma o in via Sonnino, siamo stanchi di essere trattati da cittadini di serie B. Abbiamo gli stessi diritti», protesta Francesco Sechi all'ingresso della sua casa a metà di via del Tricolore. «Vivo qui da trent'anni, l'asfalto non c'era quando sono arrivato e continua a non esserci. Eppure non chiediamo mica le pianelle di granito. L'amministrazione deve intervenire».
Nel circondario non va molto meglio. Spostandosi di qualche metro la fotografia è pressoché identica: dossi, voragini e marciapiedi-fantasma fanno da cornice alla carreggiata di via del Risorgimento. Il rischio cadute per gli anziani è altissimo. «Non posso neanche andare a buttare la spazzatura senza correre il pericolo di farmi male. È già capitato, e non solo a me», racconta Caterina Porta, ottantatré anni. «Nel 2011 abbiamo fatto una raccolta firme chiedendo l'intervento del Comune. Nessuno ci ha risposto e di operai non ne hanno mai mandato». Per chi ha la sfortuna di potersi spostare solo sulla sedia a rotelle l'indignazione è doppia. «È davvero vergognoso, questa non è una zona vivibile per un disabile», commenta Maria Cherchi mentre spinge a fatica la carrozzina della sua assistita in via Risorgimento. «Eppure lo spazio per realizzare i marciapiedi ci sarebbe pure», osserva Mario Perra indicando una larga striscia di terra che di bitume non ne ha mai ricevuto. «Qui siamo dimenticati da tutti. I politici continuano spendere soldi per gli impianti sportivi e nelle zone centrali di Cagliari, i quartieri periferici sembrano appartenere a un'altra città. Non se ne occupano». Sul lato opposto della strada una donna sull'ottantina aspetta il pullman alla fermata. Tra pietre e terra. Poco più avanti c'è la vetreria. «Lì la pavimentazione è perfetta», osserva Mariolina Corda, 77 anni, intenta a far lo slalom tra le crepe dell'asfalto ormai andato. «A parità di tasse pagate, in democrazia, dovrebbe corrispondere parità di servizi ma così non avviene», polemizza Sechi. «È quantomeno paradossale che tutt'attorno all'edificio i marciapiedi siano perfetti. Questa disparità non è tollerabile».
Sara Marci