Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il verdetto non fermerà i progetti già avviati in città

Fonte: L'Unione Sarda
20 ottobre 2014

 Non c'era in palio un biglietto per il paradiso né il riconoscimento di un percorso virtuoso già avviato o semplicemente annunciato. Diventare Capitale europea della cultura 2019 era e resta un'opportunità, un tapis roulant per reinventare, su basi culturali, un'idea nuova di città. I sassi di Matera, le piazze senesi, la biblioteca di Ravenna, l'Università perugina, il paesaggio del Salento, poi il Castello, i colori, il mare della nostra città: ciascun candidato aveva (ha) le carte in regola per fregiarsi del titolo di Capitale della cultura. La vittoria di Matera - onore al merito e alla bellezza - premia una speranza e l'idea di un progetto da realizzare. Il mancato riconoscimento degli altri cinque candidati, al di là dell'amarezza che accompagna ogni sogno infranto, non è una bocciatura. Non lo è certamente per Cagliari. Paradossalmente, l'annuncio fatto ieri dal ministro Franceschini a Roma, ha dato un nome al vincitore di una sfida ma non ha chiuso la partita per gli sconfitti . Cagliari e gli amministratori (il sindaco Massimo Zedda e l'assessore Enrica Puggioni in testa) sanno bene che ottenere per la città la patente di Capitale europea della cultura avrebbe moltiplicato - anzi, ingantito - i risultati per gli sforzi finora fatti per sostenere la candidatura. Ma se la vittoria non avrebbe modificato la natura e il numero dei progetti messi in campo e già avviati, la mancata vittoria - hanno garantito sindaco e assessori - non ne fermerà la prosecuzione. Cagliari non ha acchiappato il sogno ma non è stata per questo retrocessa, tanto più che il ministro Franceschini ha assicurato che il Governo sosterrà allo stesso modo i progetti di tutti i candidati.
Pietro Picciau