ROMA Massimo Zedda la prende con filosofia. Non aver vinto il titolo di Capitale europea della cultura 2019 non la giudica una sconfitta. «Non voglio assolutamente parlare di partita persa. Siamo arrivati in una finale che di fatto ci proclama vincitori: siamo una delle sei città più belle d'Italia. Certo, avrei preferito festeggiare. Ma va bene lo stesso». Di necessità virtù. Poi il pensiero corre veloce a San Remo, dove di solito chi vince non è mai campione di incassi. «C'è una capitale e sei vincitrici, l'unica differenza è che una ha il titolo le altre no. Ci fa molto sperare la dichiarazione del ministro Dario Franceschini: si è dichiarato disponibile a finanziare i progetti delle altre cinque città. Perché i lavori per far crescere il capoluogo sono in pieno svolgimento».
Dica la verità: deluso? «No, è una delle esperienze più entusiasmanti da quando sono diventato sindaco. Non abbiamo sprecato un centesimo, ma presentato ai commissari un territorio vero. Senza trucchi o inganni. I commissari, spaccandosi, hanno scelto una città di terra».
Come giudica l'esperienza? «Bene. Ho visto l'interesse comune andare oltre i colori politici e gli schieramenti. E questo è un segnale importante per il futuro della nostra città che, è bene ricordarlo, ha tutte le potenzialità per diventare il ponte nel Mediterraneo con l'Europa». (a. a.)