Il costruttore Onano: «Pronti in gennaio». L'assessore Frau: «Prematuro parlare di date»
L'impresa costruttrice accelera, il Comune frena. Il Parco Magnolia, tre ettari di verde sorti a pochi passi dall'Asse mediano e abbandonati da quattro anni, potrebbe essere inaugurato fra pochi mesi anche se il passaggio formale all'amministrazione municipale rischia di essere complicato da intoppi burocratici.
L'Immobiliare Magnolia, società concessionaria dei lavori, ha da tempo ultimato le opere all'interno del parco: quattro campi da calcetto (due per il calcio a sette e due per quello a cinque), una piscina, un parcheggio e una club house con tanto di ristorante. Antonello Onano, amministratore unico dell'impresa, ha recentemente incontrato gli ingegneri del Comune e ora si dice pronto a procedere agli ultimi ritocchi nei tempi con loro stabiliti. «L'abbandono e i ripetuti atti di vandalismo ci impongono di fare più in fretta possibile: entro gennaio 2015 i lavori di urbanizzazione secondaria saranno ultimati e la struttura potrà essere consegnata».
Dagli uffici di via Sauro manifestano invece prudenza. Le difficoltà tecnico-burocratiche che hanno arenato le trattative non sono infatti facili da risolvere. «Parlare di date certe sarebbe azzardato», conferma l'assessore all'Urbanistica Paolo Frau: «Stiamo lavorando con impegno affinché alcuni problemi trovino una soluzione rapida; tra questi il drenaggio delle acque pluviali, la sistemazione dello svincolo sull'Asse mediano e il collaudo delle strutture. Prima di allora non potremo fare il passaggio di consegne».
Fuori dal tavolo delle trattative Onano ha inoltre aggiunto la costruzione di una residenza per anziani in via Berlino: «Un servizio importante per la cittadinanza. Gli uffici tecnici si sono detti favorevoli e in due anni sarebbe pronta», assicura il costruttore. Il fattore tempo diventa così fondamentale per tutte le parti in causa. Anche per i residenti di via Galvani, preoccupati per il fango che invade il cantiere di fronte alle loro case nei giorni di pioggia. Un fiume marrone che, secondo alcuni, metterebbe addirittura a rischio la stabilità degli edifici.
Luca Mascia