Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Chi ha detto che il teatro italiano è morto? “Oscena Festival”, nuove intelligenti realtà

Fonte: L'Unione Sarda
14 ottobre 2014


IN SCENA. Giù il sipario a Cagliari, tra la Vetreria di Pirri e il MiniMax

 


A ttenzione a quanto accade nella penisola per mano di giovani compagnie teatrali. Uno sguardo sulle nuove realtà del nostro Paese, spesso sconosciute qui da noi. Incroci di temi, drammaturgie, linguaggi. Momenti di confronto con artisti ogni anno diversi. Tutto questo è stato “Oscena Festival”, dedicato quest'anno al panorama della Sicilia, concluso l'altro ieri a Cagliari al MiniMax (luogo dell'appuntamento inaugurale), dopo aver fatto tappa la sera prima alla Vetreria di Pirri.
Tre giorni di spettacoli, in cui la rassegna, ideata e curata da Cada Die e Teatro Stabile, ha permesso al pubblico di compiere una ricognizione su proposte mai viste prima accostandosi in questo modo ad esperienze nuove.
Così in rappresentazioni tra loro diverse, le luci si sono accese da prima sul teatro di figura, la cui storia è stata narrata da Savi Manna nella pièce “Turi marionetta”, in bilico tra teatro delle Ombre e vita quotidiana, italiano e dialetto, memoria e divertimento. In “Chi ha paura delle badanti?”, la compagnia Sutta Scupa, si è immersa nella difficile condizione a cui oggi sottostanno tantissime persone, in gran parte migranti, portata alla luce attraverso una messinscena tra grottesco, apparenza ed equivoco, in cui due uomini, pur di conquistare un posto di lavoro, sono costretti a travestirsi da donne fingendosi tali. Altro tema di peso, è stato quello trattato da Esiba Teatro nel doloroso “248 kg”, dove disagio e amore, camminano in un mondo abitato da incubi, paure, fragilità, illusioni, tra stratificazioni di psicologie e di sentire.
Da un dramma personale, la sera seguente si è passati a uno collettivo, fotografato da Babel Crew nell'abrasivo “GiOtto - studio per una tragedia”, pièce di teatro civile ispirata dai sanguinosi fatti accaduti a Genova nel 2001, portata sul palco da un intenso Gabriele Cugliara. A chiudere il Festival, è stata la compagnia catanese Retablo, protagonista di “Esercizi di prosa ballabile”, speech-art, techno sperimentale, improvvisazione.
Carlo Argiolas