Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Riforme, Comuni contro la Giunta «No ai distretti, sì al federalismo»

Fonte: L'Unione Sarda
14 ottobre 2014


LA PROPOSTA. L'Anci: ecco il nostro progetto per un'architettura snella delle autonomie

 


Niente Distretti amministrativi, ma una sorta di “Federazione di Comuni”, con autonomia finanziaria. La Riforma degli enti locali pensata, appunto, dagli enti locali, è molto diversa da quella disegnata dall'esecutivo, «ma non inconciliabile», dice il presidente dell'Anci, Pier Sandro Scano. Approvata quasi all'unanimità dai sindaci l'altro giorno ad Abbasanta, già ventilata alla Giunta («alla quale abbiamo chiesto l'apertura di un tavolo») e al Consiglio (prima commissione), è stata presentata ieri con un avvertimento: il tempo a disposizione è pochissimo, bisogna correre.
«L'idea al centro del nostro progetto è semplice e potente», spiega Scano, «da un lato c'è la Regione, dall'altro i Comuni, in mezzo troppa roba costosa, irrazionale, ingiustificata. Che va disboscata». Insomma, il Coordinamento delle autonomie locali (quindi, oltre l'Anci, Asel, guidata da Rodolfo Cancedda, Aiccre, con Tore Sanna e Cal, presieduto da Giuseppe Casti) vuole intervenire nel processo legislativo in atto e andare in direzione ostinata e contraria al centralismo, diffuso a tutti i livelli.
«Le strade potrebbero essere due, entrambe fondate sulla scelta volontaria», prosegue Scano. «Sulla base delle regioni storiche dell'Isola si dà vita a un'Unione con una serie di sub-ambiti per gestire le singole funzioni, oppure si creano Unioni più piccole, con le competenze dell'area vasta». Una vale l'altra, non è questo il punto. Ciò che veramente conta sta nel fatto che la nuova architettura deve essere decisa dal basso, che sarebbe governata dall'assemblea dei sindaci, che serve il turbo perché il 31 dicembre i Comuni sotto i 5 mila abitanti (sono 314 su 377) che non si fanno carico delle “materie” stabilite, rischiano il commissariamento.
«Dobbiamo invertire il percorso “ascendente” di contro-devolution», sottolinea Tore Sanna, «per le peculiarità della Sardegna non ci sono alternative per frenare lo spopolamento, proprio mantenendo i Consigli comunali, che non costano niente e sono strumento di democrazia, ascolto e risoluzione delle tensioni e spazzando via consorzi, agenzie e una miriade di entità inutili».
Gli obiettivi delle Riforma dunque sono: semplificazione drastica, risparmio, miglior funzionamento delle istituzioni. A condizione che si riscriva nei dettagli il capitolo della finanza locale, ovvero che si fissi una quota certa di entrate (dal monte tasse regionali) per le casse locali. E quando si parla di trasferimenti scatta ovviamente l'allarme per le risorse bloccate («a Bruxelles dobbiamo rovesciare il tavolo e dire che d'ora in poi si faranno politiche espansive», sostiene Scano, «che norme sono quelle che in un momento di crisi così pesante congelano la spesa?») e per gli annunciati ulteriori tagli del Governo Renzi (un miliardo di euro a livello nazionale). Ora serve un confronto serrato e una legge regionale immediata e urgente. A seguire, le altre riforme, Asl comprese.
Cristina Cossu