Il Ministero della Giustizia vuole spostare il centro di prima accoglienza per migranti alla Scuola di Polizia di Monastir e nel penitenziario minorile di Quartucciu, coi minori trasferiti a Buoncammino. No secco di Massimo Zedda, contrari anche Forza Italia e Riformatori.
CAGLIARI - Simile a un effetto-domino: il Cpa di Elmas chiuso (sono anni che arrivano polemiche bipartisan sulla posizione della struttura che ospita migranti e immigrati, realizzata all'interno dell'aeroporto militare, a un tiro di schippo dalle piste 'civili' del 'Mario Mameli) e trasferito nell'attuale Scuola di Polizia di Monastir e nell'istituto penitenziario per minori di Quartucciu. Volontà del Ministero della Giustizia, che le comunica con un documento lungo due pagine alla Prefettura di Cagliari, al dipartimento per le libertà civili e immigrazione del Ministero dell'Interno, al dipartimento giustizia minorile del Ministero della Giustizia e all'agenzia del demanio di Cagliari. Così stando le cose, addio ai vari progetti di 'riutilizzo' della maxi-struttura con vista panoramica mozzafiato - Buoncammino, per l'appunto - che si sono quasi sprecati negli ultimi anni. Con l'apertura del carcere di Uta, infatti, si aprivano 'praterie sconfinate' utili a definire una nuova vita per il carcere cagliaritano. Che, invece, resta nella piena disponibilità dello Stato.
A più di un giorno dalla notizia della decisione del Ministero della Giustizia, ci sono da registrae le prime prese di posizione da parte della politica. Un 'fuoco contrario' bipartisan: no del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, stessa lunghezza d'onda per l'ex preisdente della Regione, Ugo Cappellacci, e per il coordinatore sardo dei Riformatori, Michele Cossa. Da Roma arriva anche l'attacco del deputato e leader sardo di Unidos, Mauro Pili, che ha reso noto il documento-annuncio del Ministero della Giustizia. "Si tratta di una decisione irragionevole, lascia allibiti la decisione di non cedere al comune di Cagliari il carcere di Buoncammino e di destinarlo a struttura minorile solo per continuare a mantenere la proprietà dell'immobile che invece dovrebbe passare automaticamente nella disponibilità della Regione. Siamo dinanzi ad un atto politico del governo Renzi contro la Sardegna senza precedenti", afferma Pili, "nelle prossime ore incontrerò le organizzazioni sindacali per concordare una azione utile a contrastare questo piano nefasto". Il primo cittadino cagliaritano affida a una nota la sua posizione: "No al trasferimento del carcere minorile a Buoncammino, è una scusa per trasferire lì uffici pubblici e altri uffici dello Stato. A Quartucciu ci sono meno di dieci detenuti, potrebbero essere ospitati in una comunità di recupero", afferma Zedda, ricordando che Buoncammino "potrebbe ospitare un albergo, spazi per gli studenti e spazi di aggregazione, in accordo con Regione e Università. Abbiamo contatti con privati che prevedevano investimenti per milioni di euro. Il carcere dovrà essere a disposizione della città e delle esigenze dei cittadini e della popolazione studentesca. Come Comune abbiamo già fatto i sopralluoghi per iniziative internazionali che si sarebbero potute svolgere non appena fosse stato libero. Mi auguro che si torni indietro, siamo pronti a coinvolgere su questo argomento direttamente il presidente del Consiglio, Matteo Renzi", conclude il sindaco.
Al vetriolo anche le dichiarazioni dell'ex presidente della Regione, il forzista Ugo Cappellacci: "No al trasferimento dei minori a Buoncammino, il colle deve essere restituito alla città e la struttura resa fruibile per la cittadinanza. Lo Stato centrale non può giocare a Monopoli sul nostro territorio senza consultare Comune e Regione. Presenterò un'interpellanza per chiedere a Pigliaru di intervenire con la dovuto determinazione per scongiurare questo scippo". Molto caustico e polemico all'ennesima potenza contro Pigliaru e Zedda è Michele Cossa, coordinatore regionale dei Riformatori: "Uno scandalo che non può restare sotto silenzio", così Cossa, che attacca l'attuale Presidente della Regione: "Pigliaru si sta facendo soffiare da sotto il naso tutti i gioielli della Sardegna. Da parte del Governo nazionale manca la buona volontà di confrontarsi con le istituzioni sarde che, dal canto loro, incredibilmente non hanno nulla da dire".