Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Forum Mediterraneo, l’acquacoltura interessa gli sceicchi

Fonte: La Nuova Sardegna
13 ottobre 2014


 
Gli Emirati Arabi pronti a investire anche nelle attività agricole. Pigliaru: «Lo sviluppo richiede fiducia»
 


di Alfredo Franchini
 

 

L'intervento di Pigliaru al Mediterranean Gulf Forum (foto di Mario Rosas)
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CAGLIARI. Ieri la Sardegna ha avuto la sua Davos: gli ambasciatori di diversi Paesi del Mediterraneo si sono incontrati a Cagliari per discutere dello sviluppo socio economico nel Sud del Mediterraneo ma anche della sicurezza e del terrorismo che in Iraq, Siria, Libia costituisce una minaccia vitale alla stabilità. Hamze Jammoul, direttore del Mediterranean Gulf Forum che ha organizzato l’incontro, spera che l’appuntamento possa essere istituzionalizzato in un impegno annuale.

La sede. Perché la Sardegna? Lo hanno spiegato il presidente della giunta, Pigliaru, l’eurodeputato Renato Soru, e il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. Luogo in cui si confrontano tre continenti, Sardegna come confine. E in un’isola i confini marittimi non coincidono con quelli delle coste: le linee della carte geografiche sono diverse con quella fascia su cui esercita la sovranità lo Stato e con dodici miglia di acque territoriali su cui esso non ha poteri. Capita così - come ricorda Renato Soru - che il Mediterraneo stia diventando un cimitero: «E’ il luogo in cui dall’inizio dell’anno a oggi», dice Soru, «sono morte più persone che a Gaza».

Fondi popolari. L’Europa guarda al Mediterraneo. Dopo l’integrazione dei Paesi dell’Est è l’unico sbocco possibile. E Pigliaru ha citato il recente progetto di ampliamento del canale di Suez fatto attraverso il ricorso del finanziamento dei singoli cittadini: «Un segno che le popolazioni della regione mediterranea sono desiderose di sostenere progetti che offrano un orizzonte di sviluppo, lo sviluppo richiede fiducia e noi abbiamo l’ambizione di integrare la Sardegna nei processi cooperativi che si svolgeranno in questo quadro regionale allargato».

Gestione. Pace, sicurezza e cooperazione sono i punti di partenza per un dialogo più forte nel Mediterraneo. E proprio dalla Sardegna partiranno molte sfide. Azioni a supporto delle piccole e medie imprese, progetti di innovazione nell’ambiente (in particolare nella gestione delle risorse idriche in agricoltura, delle energie rinnovabili e dei rifiuti) e aiuti alle start up innovative, sono i principali progetti strategici del programma Enpi-bacino del Mediterraneo che è stato illustrato dal direttore generale del programma di cooperazione europea, Anna Maria Catte. Il programma europeo, di cui la Sardegna è stata individuata come autorità di gestione comune e che coinvolge 14 paesi, ha già finanziato, nel quinquennio appena trascorso, 95 progetti con oltre 204 milioni di euro. Ogni singola iniziativa prevede una partnership di almeno tre Paesi: tra quelli più attivi, al primo posto l’Italia, poi Libano, Spagna, Tunisia e Giordania.

Emirati. Tra i partecipanti i rappresentanti degli Emirati Arabi Uniti, Giordania, l’Autorità Palestinese. Per tutti l’esigenza di seguire la via della moderazione per combattere il radicalismo e l’intolleranza che devastano il Medio Oriente.

Abu Dhabi. Nella collaborazione socio economico si inseriscono gli Emirati Arabi uniti, che sarebbero decisi a investire in Sardegna: «Ma non nel turismo», dice Jammoul, «sono interessati, come fanno in Serbia, all’agricoltura e all’acquacoltura».