Oggi si conclude il festival
S i è aperta giovedì, in un clima festoso e partecipato, la settima edizione del Premio Andrea Parodi, World music in Sardegna, il progetto musicale e artistico patrocinato dalla Fondazione Andrea Parodi, con il contributo della Regione e del Comune di Cagliari. Sotto la direzione artistica di Elena Ledda sono stati selezionati i dieci finalisti che si sfideranno sul palco dell'Auditorium del Teatro Comunale di Piazza Dettori a Cagliari, fino a stasera. A condurre la serata e presentare i diversi artisti, provenienti da Sardegna, Italia ed Europa, è la coppia composta da Ottavio Nieddu e Gianmaurizio Foderaro.
«Un festival che resiste, un festival che continua ad esistere, mentre quasi tutti gli altri vengono decimati», spiega Foderaro in apertura, chiarendo come, anche in tempo di crisi, l'organizzazione abbia mantenuto la formula dei tre giorni di festival che «permette di conoscere meglio gli artisti in gara, sia da un punto di vista musicale che umano, consentendo di creare un forte legame tra cantanti, musicisti, giurati ed organizzatori». Ancora un momento per sottolineare la grande qualità delle proposte ricevute (con una particolare attenzione ai testi, oltre che alle musiche) ed il diffuso lavoro di ricerca che artisti fondamentalmente giovani compiono sul patrimonio artistico/culturale delle proprie regioni di provenienza, riuscendo a conciliare tradizione e modernità, strumenti tradizionali e impatto rock, dialetto e produzioni al passo coi tempi.
Dal folk-blues dei siciliani Tamuna alla ninna nanna riverberata dei Tramas, dall'elegante atmosfera fado di Flo al Bob Dylan in salsa sicula di Alessio Bondì; e ancora gli intrecci narrativi sardo-francesi di Lou Di Franco, il “cowboy” veneto Leo Miglioranza, la poesia piemontese di Amemanera, la provocazione di Serena Finatti e Lino Volpe, fino alla sperimentazione di Elisabetta Usai e Margot project.
Tante le sfumature della lingua e del suono, a conferma di un evento unico nel suo genere, al quale partecipano artisti ed ospiti provenienti da ogni parte del mondo, uniti nel ricordo dello spirito e della musica di quello che è stato uno dei più grandi portavoce della cultura sarda nel mondo.
Gianmarco Diana