Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il personaggio Cristiano De André in concerto «Guardiamoci negli occhi»

Fonte: L'Unione Sarda
13 ottobre 2014


 

 


C ristiano De André. A Cagliari. Niente gossip, nessun riflettore puntato sul privato né cronache che non parlino del cantante De André, sul palco - venerdì prossimo, il 17 ottobre - del Teatro Massimo: uno show, annullato a luglio e ripromesso alla città, che ne percorrerà la carriera con licenza di pescare qua e là nel repertorio, amatissimo, del padre Fabrizio. Con qualche sorpresa: «Ospiti, amici», dice Cristiano a proposito della tappa cagliaritana del “Via dell'amore vicendevole Tour”. «Ma non voglio anticipare troppo. Ci tengo che le sorprese rimangano tali».
Che spettacolo vedremo, dunque?
«Sarà un vero e proprio viaggio musicale. L'idea era quella di costruire qualcosa che fosse condivisibile, attraverso le emozioni. Ho pensato perciò di ripescare canzoni del mio passato, brani dagli album “Scaramante” e “Sul confine” che abbiamo riarrangiato e che mescolerò per un paio d'ore con pezzi del mio ultimo disco, “Come in cielo così in guerra” e alcune canzoni celebri di mio padre, materiale che già ho proposto per “De André canta De André”.
Suonerà “Il pescatore”, “Verranno a chiederti del nostro amore”...
«E... “La canzone dell'amore perduto”, “Creuza de ma”, “Mégu Megún”, “Smisurata preghiera”, “A çimma”, “Ho visto Nina volare”. Sarà uno show equilibrato, c'è voglia di portare in giro un po' di poesia, di musica, dando emozioni. Perché credo che ormai di questo abbiamo bisogno, per toglierci di dosso questi ultimi quarant'anni di sottocultura e di allontanamento dall'arte e dalla poesia».
Emozioni che ad agosto ha regalato in Gallura, durante un live acustico, in una zona a lei molto cara.
«Sì, perché è casa mia. L'ho fatto per raccontare mio padre, la mia vita, i miei affetti».
Sente un coinvolgimento particolare a suonare nell'Isola?
«Dalla Sardegna ho ricevuto sempre grande affetto. A Cagliari, poi, sono molto legato. È una città che mi piace, un posto dove mi piacerebbe vivere e non è detto che un giorno non lo faccia».
All'uscita di “Così in cielo” disse che era necessario «ricominciare a parlare guardandoci negli occhi».
«Certo, bisogna tornare a frequentare i bar, fuori di casa, e comunicare. Non solo sui social network. È importante condividere emozioni, sensazioni e, a volte, anche dinieghi. Per fortuna il mio mestiere mi dà la possibilità di farlo, guardando negli occhi il mio pubblico».
Di “Scaramante” disse che era un disco terapeutico. Quest'ultimo?
«È un invito a dire basta, a dire con coraggio quello che si pensa di ciò che politicamente e socialmente ci circonda».
Al Teatro Massimo ci sarà anche un presidio di Emergency. Lei a settembre era a Milano, tra i testimonial per i 20 anni dell'associazione.
«Grazie a Gino Strada, e tutta la sua squadra, per quello che fa, per quello che è».
Marco Castrovinci