Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una sentinella a Calamosca

Fonte: L'Unione Sarda
13 ottobre 2014


LA CITTÀ NASCOSTA. Nel gennaio 1793 contribuì a respingere l'assalto della flotta francese

 

La monumentale Torre dei segnali vigila sul golfo dal 1638

 



Sembra sfidare il tempo e svetta. Non come gli architetti spagnoli di Filippo IV la progettarono e gli operai l'edificarono nel 1638, ma certo la torre di Calamosca - con i restauri avvenuti a metà Ottocento - racconta di sé più di quanto i turisti possano vedere a prima vista osservandola dal mare o dalla spiaggetta o raggiungendola dalla stretta strada asfaltata che da viale Calamosca sale sulla destra verso il faro. Anche ieri mattina visitatori accaldati dopo la scalata a piedi (i più previdenti in bici, vista la distanza da San Bartolomeo) hanno ammirato l'imponente costruzione e cercato di immaginare, davanti all'epigrafe con lo stemma del re di Spagna murata all'esterno dell'edificio, le vicende che l'hanno vista protagonista sia in età spagnola che piemontese.
TURISTI Due francesi in scarpe da trekking sapevano bene cos'avevano di fronte. «Stiamo visitando tutte le torri sarde». Di proprietà della Marina militare, il “fortino” non è visitabile senza un preventivo permesso. «Ci basta vederla da vicino: i secoli non l'hanno invecchiata». Chissà se i due turisti siano riusciti a “vedere” l' alcaide castigliano dare ordini all'artigliere, ai cannonieri e ai torrieri che componevano la guarnigione in servizio alla torre.
LE DIFESE Che l'edificio fosse importante per gli spagnoli prima e per i Savoia poi è attestato dalla storia. La sua costruzione in calcare e in forma cilindrica, fatta sui resti di un edificio precedente di cui gli studiosi hanno poche notizie, rientrava nel vasto piano difensivo degli spagnoli in Sardegna. Per ostacolare le incursioni barbaresche sulle coste furono costruite in tutta l'Isola diverse torri di avvistamento. Quella di Calamosca (18 metri di diametro base, 11 metri misura invece la camera interna con volta a cupola) era chiamata Torre de armas (perché ospitava potenti cannoni) ma anche Torre dei segnali . Proprio grazie alle segnalazioni che arrivavano dall'avamposto di Calamosca, nei palazzi del Castello si veniva a sapere dei passaggi di navi o di eventuali attacchi pirati.
L'AMPLIAMENTO La vista dal golfo rende meglio l'idea. La Torre dei segnali svetta a 54 metri sul livello del mare. Nel primo disegno del forte non c'era il cilindro superiore, oggi visibile, costruito verso la metà dell'Ottocento in seguito a un ampliamento della torre.
IL BOCCAPORTO La costruzione è ampia e massiccia per sopportare la presenza non soltanto di una guarnigione ma di cannoni di grosso calibro per rispondere al fuoco delle navi nemiche. Oggi non si vede più perché murato, ma un tempo a mezza altezza la torre aveva un boccaporto che permetteva l'ingresso alla torre. Da qui si entrava in un ampio locale tramezzato, sede dei soldati addetti ai servizi di vigilanza e di difesa. La guarnigione era composta da un comandante - l' alcaide - un artigliere, cannonieri e torrieri. La sua importanza si fece sentire quando tra le fine del 1792 e l'inizio del 1793 fu necessario difendersi dalla minaccia della flotta francese. Le navi di linea e le fregate comandate dall'ammiraglio Laurent Truguet cannoneggiarono Cagliari il 28 gennaio: dal mattino fino al pomeriggio palle da 40 e 48 libbre sarde piombarono sulle case del Castello causando cinque morti e danneggiando qualche tetto e torre, frantumando parecchi vetri e affondando qualche barca alla darsena. La reazione dei cagliaritani assaliti dal mare si fece sentire proprio con i cannoni dei fortini. Oggi possiamo soltanto immaginare l'eco di quelle cannonate. Testimoni, che scrissero di quelle ore tremende, raccontarono che il rumore del cannoneggiamenti si udì a quaranta miglia di distanza dalla città. Al fortino di Calamosca si aggiunse nel 1859 il faro, che non fa parte dell'impianto originario spagnolo. Ma che aiuta a rendere maestoso l'intero edificio-monumento della città.
Pietro Picciau