I Riformatori proporranno all'Aula le norme per le consultazioni comunali
Meloni: quasi pronta la nostra bozza di regolamento
«La bozza è pronta ed entro una settimana la nostra proposta di Regolamento colmerà un vuoto: la possibilità che i cagliaritani possano utilizzare i referendum comunali». Franco Meloni, coordinatore del Centro Studi dei Riformatori sardi, ex consigliere regionale ed ex direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Brotzu, raduna alcuni dei suoi più stretti collaboratori nella sede regionale del partito di via Firenze e annuncia il nuovo impegno dei Riformatori sulla scena cittadina. «Grazie alla nostra iniziativa, se accolta dal Consiglio comunale, i cittadini potranno esercitare un diritto finora negato».
LE FIRME Basteranno cinquemila firme per proporre al sindaco uno o più quesiti referendari “e permettere ai cagliaritani di esprimersi sui temi di maggior interesse”. Perché questo diventi realtà bisognerà aspettare. Marina Adamo, del Centro studi dei Riformatori: «Ormai abbiamo completato la bozza del regolamento e la settimana prossima sarà pronto». Francesca Curreli, esponente del Centro studi assieme a Marina Adamo e a Gesualda Siragusa, puntualizza l'importanza dell'iniziativa: «Nonostante la Costituzione e lo Statuto comunale prevedano l'utilizzo dei referendum comunali, ai cagliaritani, contrariamente a quanto succede per esempio a Nuoro e Sassari, è negato il diritto di esprimersi. Anche di recente sono emerse tematiche importanti per la città, come il caso dei baretti del Poetto o quello dei parcheggi di Cammino Nuovo che, purtroppo, non è stato possibile sottoporre all'attenzione dei cittadini. Un vuoto normativo che i Riformatori vogliono colmare». Siragusa: «Nell'aprile scorso, per i parcheggi di Cammino Nuovo, un consigliere di maggioranza ha presentato una mozione perché il caso venisse sottoposto alla consultazione referendaria». Risultato: «Mozione bocciata per mancanza di regolamento».
DEMOCRAZIA Da qui l'iniziativa dei Riformatori: «Pensiamo che queste forme di partecipazione e di democrazia diretta sono non solo utili ma spesso necessarie». Franco Meloni e l'intero Centro studi ritengono che la loro iniziativa sia «una battaglia di civiltà per restituire ai cittadini la sovranità popolare e per tutelare il diritto di scelta, indirizzo e decisione sulla gestione dei beni pubblici. Il refendum come forma indiretta di controllo: «Un modo di aiutare chi amministra, affinché lo faccia al meglio, sapendo davvero cosa pensano i cittadini, ma anche un modo di evitare che si formino oligarchie e che pochi decidano per tanti».
Pietro Picciau