La richiesta del rito alternativo è raddoppiato in quasi due anni
Rivoluzione culturale o semplice questione economica? Difficile dirlo. Fatto sta che in due anni le richieste di cremazioni al cimitero di San Michele sono quasi raddoppiate. Dalle 571 del 2012, si è passati alle 768 nel 2013 e alle 487 (fino a giugno) di quest'anno. Avere le ceneri dei propri cari costa meno della metà di un rito funebre tradizionale, ma dietro questo autentico boom forse c'è qualcosa di più oltre le esigenze di portafoglio. Il forno crematorio attivo dal 2012 lavora a giorni alterni (nell'Isola ne esistono altri due, a Sassari e La Maddalena), ma le richieste sono talmente numerose da spingere l'Amministrazione a potenziarlo e raddoppiarlo.
È stato il Comune, garantendo tariffe agevolate, a incentivare la scelta del rito alternativo. La concessione di un loculo per 60 anni costa 1.695 euro per i residenti (1.848 per i non residenti), mentre una nicchia in concessione per 50 anni costa 257 euro per residenti e no. La capienza di San Michele è quasi al collasso e i lavori di ampliamento previsti non staranno al passo con le inevitabili richieste di loculi. Meglio poter allestire piccole nicchie per le urne cinerarie. E considerato che il tabù culturale sembra essere infranto, perché non sfruttare un vantaggio logistico che porta con sé anche indiscutibili benefici economici? Due anni fa sono infatti entrati nelle casse del Comune 154 mila euro, diventati 264 mila l'anno successivo. Per il 2014 si stimano introiti per 400 mila euro.
Luca Mascia