Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Non c'è la licenza Uefa, riparte lo scontro

Fonte: L'Unione Sarda
30 gennaio 2009

Lite comune-società sul Sant'Elia



Conoscendo le abitudini del presidente, c'è da toccare ferro. Ma anche iniziare a fare i conti con una certezza: se il Cagliari proseguirà nella sua cavalcata e arriverà alla qualificazione in Coppa Uefa, le partite interne dovrà giocarle lontano dalla Sardegna.
LICENZA ADDIO È già da sette stagioni che il massimo organismo calcistico europeo non rilascia alla società rossoblù la licenza per ospitare i match interni. Per accordarla l'Uefa esamina una serie di parametri: attività del settore giovanile, impianti nei quali prima squadra e juniores si allenano, organizzazione della società, ordine nei bilanci e uno stadio perfettamente a norma. E, considerato che tutte le altre richieste vengono soddisfatte, sono proprio le condizioni dello stadio a penalizzare il Cagliari: «Le esigenze dell'Uefa sono stringenti in materia di sicurezza, confort e agibilità - fanno sapere dalla società rossoblù - non solo per quel che riguarda il terreno di gioco e le tribune ma anche per spogliatoi, settore dei tifosi ospiti, accessi, uscite di sicurezza e perfino la tribuna stampa. Il nostro stadio, allo stato attuale, è inadeguato e privo dei requisiti necessari per ospitare competizioni internazionali».
LO SCONTRO Alla base di tutto c'è la storica controversia tra la società rossoblù e il Comune sulla costruzione di un nuovo stadio. Problemi che sono tornati a galla nel corso di questa settimana prima in un'intervista rilasciata dal presidente Cellino a Radiorai e poi subito dopo la vittoriosa partita infrasettimanale con il Siena: «Forse sarà meglio non arrivare in zona Uefa, visto che il Comune non ci mette in condizioni di giocare in uno stadio degno di questo nome».
BOCCHE CUCITE Nel palazzo municipale di via Roma tutte le bocche restano cucite: il sindaco Floris non vuole aggiungere nulla a quanto già affermato in settimana («Voglio bene al Cagliari, i problemi sono tecnici e vanno risolti a monte»), né più loquaci sono gli assessori al Patrimonio Raffaele Lorrai e allo Sport Ninni Floris. Anche se i rumors parlano di amministratori sempre più infastiditi dalla campagna di stampa che, secondo qualcuno, la società starebbe alimentando ad arte: «Sul tavolo ci sono tanti problemi: i canoni di concessione arretrati (sulla vicenda si dovrà pronunciare il Tribunale) e la poca chiarezza su che fine farà l'attuale stadio». Le ipotesi sono sempre le stesse: la società vorrebbe demolirlo e riedificare quello nuovo sulle sue ceneri o, altrimenti, in un'area adiacente.
LA SOCIETÀ Come in una partita a scacchi, sembra quasi che ora ognuno dei contendenti non voglia fare la prima mossa: così dal Cagliari calcio ci si limita a ricordare l'impegno assunto in Consiglio comunale dal sindaco Floris: «Entro il 30 settembre 2008 avrebbe dovuto stipulare una convenzione con la società per la costruzione di un nuovo stadio». Atto mai nemmeno abbozzato, stanti non meglio chiariti «problemi tecnici». Ma dal Cagliari calcio non mollano: «Qualcuno parla di smontare le tribune in tubi Innocenti per rendere nuovamente fruibili i vecchi anelli, distanti dal terreno di gioco - dicono da viale La Playa - come si fa a proporre una soluzione simile? Il settore dei distinti non è stato mai impermeabilizzato, tanto che quando piove l'acqua filtra persino negli spogliatoi. Lo stadio Sant'Elia è ormai irrecuperabile».
ANTHONY MURONI

30/01/2009