La riforma della giunta Pigliaru: gli enti intermedi saranno solo sei, più l’area vasta di Cagliari. Tutti i Comuni dovranno associarsi in unioni per dividere i costi dei servizi
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CAGLIARI. La cartina geopolitica della Sardegna presto sarà stravolta dalla riforma degli Enti locali. A ottobre la Giunta Pigliaru cambierà immagine e sostanza alla rete delle istituzioni finora conosciuta. A salvarsi saranno il vertice e la base dell’attuale mappa: «mamma Regione», che a sua volta però sarà rivoltata dalla riorganizzazione interna di assessorati e uffici, e i Comuni, la base appunto, obbligati dal 31 dicembre in poi ad «associarsi nelle Unioni» per condividere spese, funzioni e servizi.
A colmare il vuoto in mezzo, quello lasciato dalle Province, vecchie e nuove, e comunque spazzate via dai referendum del 2012, saranno i distretti amministrativi, potrebbero essere sei, eletti dai sindaci, e dai confini ancora incerti, con Sassari e Oristano da sole ma forse con Olbia e Nuoro assieme. In più ci sarà l’Area metropolitana di Cagliari, allargata verso Occidente (Capoterra e Uta) e anche alcuni Comuni che si affacciano sulla Statale 554 e molto meno sulla Carlo Felice, con diversi finanziamenti nazionali già pronti per essere spesi.
Sono questi i criteri della riforma preparata, studiata e condivisa con le parti in causa, almeno nelle «parti generali» dall’assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu, e spiegata così dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru: «Due gli obiettivi. Il primo: mettere assieme i Comuni troppo piccoli, per evitare quel frazionamento che spesso si trascina appresso la controindicazione del centraIismo regionale. Il secondo è migliorare la qualità dei sevizi con una razionalizzazione dei costi».
Far combaciare le tessere del puzzle, quello di una Sardegna molto riveduta e corretta, non sarà facile, ma è indispensabile provarci. La nuova cartina servirà anche alla sanità, quando ridurrà il numero delle Asl, e all’Autorità d’Ambito, l’organismo politico a monte della complicata gestione del servizio unico dell’acqua, Abbanoa.