L'amministrazione pronta a riproporre il maxi progetto ipotizzato a Sant'Elia
Sul Betile decida la Regione, il Comune è pronto a riprendere in mano il maxi-progetto. Il museo bianco ipotizzato dall'architetto Zaha Hadid per Sant'Elia non è mai entrato a pieno titolo nella partita per il titolo di Capitale della cultura ma l'allineamento politico raggiunto tra Comune e Regione potrebbe riportare alla luce quel disegno pagato milioni di euro.
«Siamo pronti a riprendere un dialogo che si era interrotto e che potrebbe essere importante per lo sviluppo della città e della Sardegna», annuncia l'assessore alla Cultura Enrica Puggioni che sottolinea le trasformazioni in atto da quelle parti della città. «Il quartiere di Sant'Elia sta assumendo una nuova centralità, non solo grazie alle opere infrastrutturali ma anche a un nuovo coinvolgimento degli abitanti e degli operatori impegnati nel percorso verso il 2019».
Proprio nei giorni della presentazione a Roma della candidatura del capoluogo sardo il sindaco Massimo Zedda ha spiegato che quello dell'archistar Zaha Hadid non era solo un annuncio ma un progetto reale e finanziato, «purtroppo al presidente dell'epoca, Renato Soru, subentrò una Giunta regionale che li bloccò».
L'opposizione al museo d'arte nuragica e contemporanea nell'area di Sant'Elia, dove sorge l'arena estiva per i concerti, non arrivò solo da Cappellacci ma anche dal Comune guidato da Emilio Floris e tutta l'operazione andò ad arenarsi nonostante i circa 700 mila euro spesi per il coinvolgimento dell'architetto israeliano-inglese. A maggio sono stati i consiglieri comunali di Sardegna pulita Giovanni Dore e Ferdinando Secchi a rispolverare il progetto del Betile in vista di Cagliari 2019 e per trovare una collocazione ideale ai giganti di Mont'e Prama. Alla loro interrogazione il sindaco aveva risposto che gli ingenti fondi stanziati a suo tempo dalla Regione, per quello e altri grandi progetti, erano quasi del tutto andati perduti.
Marcello Zasso