Chi ha detto che la nostra burocrazia è troppa?, che insomma un timbro tondo ci seppellirà? Il nulla osta per il risanamento dell'ex ospedale marino prevede il parere preventivo di diciotto enti. Diciotto. Ovvio che ce ne sia almeno uno che si mette storto. Nel 2007, quando si iniziò a parlare di risanamento, il soprintendente ai beni architettonici (Scarpellini) s'offese con il presidente della Regione (Soru), colpevole di non averlo invitato alla conferenza dei servizi. Morale: impose vincoli rigidissimi. Più tardi, dopo un passaggio al Tar e una sentenza del Consiglio di Stato, vinse la gara (concessione per cinquant'anni) una società che voleva fare di quel vecchio rudere un centro di riabilitazione. Stavolta però si mise storto il Comune, assolutamente contrario a consentire alcune modifiche interne.
Dopo sette-anni-sette lo scheletro dell'ospedale marino è ancora lì, metà crollato e metà occupato da disperati. Cosa diventerà? Niente. Nel frattempo però offrirà spunti per dibattiti e indignazione a tempo, fermo restando l'eterna buona volontà di sindaco e presidente di Regione. In attesa dello schianto finale.